Spese pazze in Sicilia per i viaggi dei deputati: circa 40mila euro in 3 mesi

Con l'entrata in vigore del decreto sulla trasparenza i rimborsi dei deputati sono on line. Da Roma al Qatar: ecco quanto ha dovuto sborsare la Regione Sicilia

Spese pazze in Sicilia per i viaggi dei deputati: circa 40mila euro in 3 mesi

Spese pazze in Sicilia per i viaggi dei deputati regionali. Numerose le "gite istituzionali" a Roma e Milano, soprattutto week end, ma non mancano le missioni a Santiago di Compostela e in Qatar, per un totale di 37mila euro in soli tre mesi. Quanto è stato invece sborsato precedentemente, non è dato saperlo: sul sito dell’Assemblea regionale siciliana sono stati pubblicati i dati relativi al rimborso spese delle missioni dei deputati, come previsto dal programma triennale per la trasparenza, voluto innanzitutto dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Ma, come spiega Il Fatto Quotidiano, il decreto sulla trasparenza è in vigore solo dal primo novembre 2014: dei dati relativi al passato non c'è traccia.

Il più "spendaccione" tra i parlamentari è proprio lo stesso Ardizzone che in tre mesi si è fatto rimborsare ben 7 missioni, principalmente a Roma, per le elezioni del presidente della Repubblica, ma anche all'estero: in Spagna (2.743 euro) per la conferenza dei presidenti delle assemblee regionali; ma pure a Doha in Qatar (3.233 euro). Ardizzone ha preso, infatti, parte alla spedizione siciliana inviata al Brand Italy, la prima esposizione del made in Italy nel paese arabo, costata alla Regione circa 700mila euro. Nella stessa occasione l'onorevole Pd Bruno Marziano, che in Qatar si è fermato due giorni in più, ha speso ben 5.038 euro.

Hanno preso parte agli incontri di aggiornamento sulle politiche europee a Bruxelles, invece, Michele Cimino (ex Grande Sud) e Salvatore Cordaro (Cantiere Popolare) e, per tre giorni di permanenza in Belgio, si sono fatti rimborsare la bellezza di 4.800 euro complessivi. Per lo stesso evento, la democratica Mariella Maggio ha speso, da sola, quasi 2.600 euro.

Insomma, chi più ne ha più ne metta.

E, se queste sono le spese fatte dopo l'entrata in vigore del decreto sulla trasparenza, verrebbe da chiesdersi quali siano state quelle fatte in precedenza, quando, fuori dal palazzo, nessuno poteva sapere. O, almeno, non così facilmente.

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