Cronache

Torna libero per errore dopo l'aggressione con 23 coltellate

Sarebbe subito volato a Londra con la madre. Il minore aveva aggredito e massacrato a coltellate la 26enne Marta Novello nella periferia di Mogliano Veneto. L’adolescente per un errore di data non è stato condotto in comunità

In foto, Marta Novello (Immagine da Facebook)
In foto, Marta Novello (Immagine da Facebook)

È libero e sarebbe volato all’estero il minore condannato per aver accoltellato Marta Novello, la 26enne ferita con 23 coltellatementre faceva jogging nella periferia di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, il 22 marzo del 2021.

La vicenda aveva scosso l’opinione pubblica per l’efferatezza del gesto compiuto dall’aggressore, l’età di quest’ultimo e le motivazioni che spinsero il minore a compiere un atto sconcertante che avrebbe potuto uccidere la ragazza. Al magistrato che lo scorso anno gli chiedeva del perché di quella violenza, ricorda il Corriere del Veneto, l'allora 15enne aveva spiegato di aver scelto la vittima"a caso". Lui mirava a rapinare una persona perché "doveva 'prendere' il fumo", che da "circa un anno e mezzo" consumava con alcuni amici arrivando anche a "nove canne al giorno". Una difesa agghiacciante.

Per portare a termine il piano il minore avrebbe trascinato la ragazza in un fossato ai lati della strada e qui le ha sferrato 23 coltellate. Per fortuna, seppur con ferite molto gravi, la giovane si è salvata ma è stata costretta a sottoporsi a diversi delicati interventi chirurgici.

La vicenda ha avuto una vicissitudine giudiziaria che ha portato il giovane a essere scarcerato per un errore di date e a lasciare il nostro Paese prima della sentenza di terzo grado di giudizio. Il 15enne era stato condannato in primo grado dal Tribunale dei Minori di Venezia a sei anni e otto mesi di reclusione. In Appello la pena era, poi, scesa a 5 anni. Una decisione che non era piaciuta alla vittima e ai suoi familiari. Eppure per loro il peggio, se così si può dire, non era ancora venuto.

Perché qualche giorno fa, in attesa del terzo grado di giudizio, il ragazzino è stato scarcerato per scadenza dei termini per la custodia cautelare in prigione. Appena tornato libero avrebbe lasciato l’Italia. "Da quel che sappiamo si troverebbe a Londra con la madre", ha spiegato al Corriere del Veneto Alberto Barbaro, legale di Marta.

In base a quanto è riuscito a ricostruire il quotidiano, sembra che il minore fosse stato trasferito in un carcere di Napoli a seguito di alcuni episodi di tensione avvenuti nella struttura penitenziaria per i minorenni di Treviso. Nel frattempo, il suo legale si era adoperato presentando ricorso in Cassazione con l’obiettivo di vedere annullare la condanna così da ottenere un nuovo sconto di pena o, nelle migliori delle ipotesi, anche una assoluzione forte di una perizia che definisce l’adolescente affetto da una parziale infermità che, in parole semplici, gli impedisce di distinguere i comportamenti sbagliati da quelli legali.

Ecco, poi, la "svolta" che ha permesso al giovane accoltellatore di uscire dalla galera. La legge prevede che senza una condanna definitiva una persona non può trascorrere troppo tempo in carcere. Il 21 luglio scorso scadevano i termini per la custodia cautelare in prigione del minorenne. Il Pm ha chiesto e ottenuto che il giudice per i minorenni disponesse un immediato trasferimento in comunità per l’adolescente. E qui accade l’imprevisto. L’ordine, affinché abbia effettivo valore e sia eseguito, deve essere comunicato in anticipo al destinatario. Cosa che non è stata fatta per un errore di data.

E così il giovane che aveva massacrato Marta a coltellate ha lasciato il carcere ed è tornato a casa. Pochi giorni dopo al minore è arrivata la convocazione in caserma: qui i carabinieri avrebbero dovuto notificargli il provvedimento che ne disponeva l’inserimento in comunità. Ma all’appuntamento il giovane era assente.

"Per la studentessa, i suoi familiari e l’intera comunità sono stati giorni di preoccupazione, considerando che le sentenze hanno riconosciuto la pericolosità sociale del ragazzo", ha ancora affermato Barbaro. "Ma a pesare- ha continuato- è soprattutto la frustrazione per quella che viene vissuta come l’ennesima ingiustizia. Lo Stato riuscirà a riportare in Italia l’aggressore affinché sconti quella pena definitiva che dovrebbe avere lo scopo di recuperarlo?".

Il legale ha infine evidenziato che per Marta non è facile "accettare l’idea che appena sedici mesi dopo averle inferto 23 coltellate, il responsabile sia già a piede libero".

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