Cultura e Spettacoli

Ecco la mappa dei tesori della cultura alternativa (al grigio conformismo)

Ecco un libro tanto divertente quanto utile, perché si può tranquillamente utilizzare come mappa per scoprire intere «zone» della cultura italiana più intelligente e alternativa (alla banalità). Trattasi del nuovo saggio di Giampiero Mughini, Una casa romana racconta (Bompiani, pagg. 276, euro 18). La casa romana è quella dell'autore, ed è probabilmente più interessante di molti musei pubblici. Mughini infatti, oltre a essere il giornalista che tutti conosciamo, è anche un collezionista incallito di libri (ma non solo). Di certo non compra a caso. Infatti punta all'eccellenza, a quegli artisti e scrittori innovativi, cui spetta il compito di segnare il passaggio da un'epoca all'altra.
Mughini sa far parlare i suoi pezzi unici e le sue edizioni rare. Così la storia del manipolo di eroi che diede vita nel 1980 alla rivista Frigidaire (da Ambrogio Sparagna a Stefano Tamburini, passando per Andrea Pazienza, Filippo Scòzzari e Tanino Liberatore) è occasione per descrivere la caduta del muro di Berlino che allora divideva la cultura «alta» dal fumetto, che poi è come dire dal «pop» in generale. I fumettari si rivelano Artisti (maiuscola voluta), e non è tutto. Nelle pagine di Frigidaire si passa con assoluta naturalezza da Norberto Bobbio a Cicciolina, da Achille Bonito Oliva desnudo alle prime inchieste sull'Aids. Inutile dire che nella casa romana di Mughini risiedono capolavori di Pazienza e Scòzzari. L'autore però non si ferma qua. Infatti tra un passaggio sui Bonelli, uno su Magnus, uno su Diabolik e uno su Massimo Iosa Ghini, riesce a dare il giusto valore al purtroppo misconosciuto Prima pagare poi ricordare di Filippo Scòzzari, edito da Castelvecchi nel 1997, un mirabolante ritratto degli anni Settanta e Ottanta, più che degno di stare accanto alle cose migliori di Tondelli. E se la fine dei valori tradizionali e collaudati si coglie perfettamente in un librino del 1975 edito da Stampa Alternativa, Contro la famiglia, l'addio ai partiti, e ai loro cerimoniali culturali, può essere spiegato in modo più convincente dal romanzo Boccalone di Enrico Palandri (L'erba voglio, 1979) che da mille analisi sociologiche.
Il meglio Mughini lo riserva alle ultime pagine in cui raccoglie, scegliendoli dalla sua libreria, i 51 libri più belli degli ultimi cento anni. È una controstoria della letteratura italiana all'insegna sempre della qualità e spesso dell'anticonformismo: tra gli altri, ci sono gli Amori di Carlo Dossi, le poesie di Biagio Marin (Fiuri de tapo) e Giorgio Caproni (Come un'allegoria), molto Futurismo e affini, Dino Campana e i suoi Canti Orfici, le Favole di Trilussa, opere di Gio Ponti ed Ettore Sottsass jr, Gino De Dominicis e Maurizio Cattelan, recuperi sorprendenti come La fatica di vivere di Elio Talarico e risarcimenti dovuti come Il Volga nasce in Europa di Curzio Malaparte.

Dettagliate le schede ma non dimentiche che la parte davvero preziosa di un libro è il suo contenuto stilistico e narrativo.

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