Dietro le quinte di Viva Radio2 Fiorello è già pronto per la Tv

Massimiliano Lussana

da Genova

Il teorema di Fiorello, illustrato su Vanity Fair, non fa una piega: «Fare la radio invece che la tivù conviene moltissimo. Si può lavorare senza farsi la barba». Ieri, ad esempio, non se l’era fatta. Marco Baldini, invece, sì. E anche i capelli. Persino la mascella di Baldini era levigata come nei giorni migliori. Eppure, anche ieri, nonostante la disparità tricologica e mascellare fra le sue due metà, Viva Radiodue funzionava alla perfezione. Come sempre.
Sia per chi ascoltava, sia per chi vedeva.
Perché sentirli è un appuntamento che diventa ogni giorno più imperdibile. Una cura a base di tormentoni, personaggi, giochi di parole, battute, sorrisi, canzoni e improvvisazioni che è il programma più bello e più ascoltato della radio. Che sta uscendo sempre più dal giro di iniziati dell’etere per diventare un programma generalista. E che è la scommessa più grande vinta dal direttore di Radiodue Sergio Valzania, che ha avuto la geniale intuizione di riportare la coppia in radio.
Ma vederli, per chi può - e noi siamo fra i fortunati in questi giorni - è, se possibile, un appuntamento ancor più imperdibile. Perché Fiorello, Marco Baldini e la loro Viva Radiodue visti dal vivo, con la loro mimica, le loro facce, i loro siparietti, sono anche un pezzo di televisione. Forse, il più bel pezzo di televisione di oggi. Pur non andando in onda. Certo, la tentazione è forte. Certo, l’esperimento di Deejay chiama Italia su All Music viene seguito con interesse. Ma, per ora, le puntate pilota di Viva Radiodue immortalate dalle telecamere sono ancora nell’armadio di Fiorello. «I risultati non ci convincevano del tutto» spiega Fiore.
Eppure, proprio a Genova, si è visto quanto potrebbe funzionare Viva Radiodue in tivù. Per esempio, quando è andato in onda il collegamento fra l’auditorium della Rai di Genova che ospita la trasmissione in questi giorni e il Tg regionale della Liguria. Victor Balestreri, primo ufficiale e gentiluomo della sede regionale Rai ligure, aveva limato ogni particolare tecnico per far funzionare tutto alla perfezione. Il resto, l’hanno fatto Fiorello e Baldini, coinvolgendo in diretta la solitamente compuntissima presentatrice del tigì regionale Eliana Miraglia in una gag in cui loro davano gli ordini e lei obbediva in tempo reale. La Miraglia, che non si aspettava nulla di simile, è stata al gioco e l’interazione fra tigì e radio è stata un successo. Tanto da meritarsi un servizio al Tg1 delle 20 della sera stessa, sotto gli occhi allibiti di un’incredula Tiziana Ferrario. Servizio che, come accade regolarmente ogni volta che appare Fiore in tivù, ha fatto schizzare gli ascolti.
Bella storia. Ma, se possibile, è ancor più bello raccontare di come è nato quel servizio. Fiorello e Baldini si sono talmente divertiti da decidere di chiamare in diretta il direttore del Tg1 Clemente J. Mimun. La chiamata è arrivata (in studio e in onda) nel giro di un minuto, così come la richiesta di Fiore: «Me la mandi in onda?». Detto, fatto, con tanto di ironia di Mimun: «Tanto, sei tu il direttore-ombra del Tg1». E raddoppio di Fiorello: «Puoi anche far dire che vendo una Panda usata con trentamila chilometri in buone condizioni?». Fantastico. E a Fiorello (probabilmente anche a Mimun) è piaciuto talmente tanto che il sogno confessato è quello di «fare lo stesso con il conduttore del Tg1 delle 20. Non vedo l’ora di dire a Sassoli di passarsi la mano fra i capelli».
Che sia oppure no la prova generale della radio in televisione, è certamente un esempio che spiega bene lo spirito di Viva Radiodue. Che è perfetta, in radio, perché - prima ancora del pubblico - si divertono i protagonisti e si sente. Che è perfetta, anche vista dal vivo, fra autori (Cassini, Di Risio, Bozzi e Taddia) che scrivono battute in tempo reale, musicisti che accordano in diretta e Fiorello e Baldini che sembrano due innamoratini di Peynet che si guardano e sono in simbiosi assoluta.
Uno, Baldini, il metronomo dell’altro.

E Fiore che è un ossesso che non sta fermo un attimo: imita, canta, suona tamburelli e gong, manda e riceve sms, discute con gli autori e regala fuori onda al pubblico in studio. Tutto questo mentre va in onda la trasmissione. Raccontarlo è difficile. Vederlo è straordinario. È radio. Ma sembra tivù.

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