Due ore di risate con Dighero & C.

Fra una miriade di tulipani rossi ed un'altra di lastre radiografiche si svolge una commedia dalla comicità irresistibile. Ultima produzione del Teatro Stabile di Genova in collaborazione con l'Archivolto Ciò che vide il maggiordomo di Joe Orton finisce in bellezza questa stagione regalando al pubblico del Duse due ore di risate intelligenti. Intrecci imprevedibili e personaggi fortemente dotati di autoironia caratterizzano la vicenda che si svolge in uno studio psichiatrico dove si succedono situazioni imbarazzanti, tentativi di seduzione, scambi d'identità, aggressioni e inseguimenti, litigi e diagnosi affrettate. I personaggi si dibattono sempre assurdamente in bilico tra l'incontrollabile pulsione sessuale e il bisogno - indotto dalle regole sociali - di apparire «normali». Tentare di raccontare le varie scene dei due tempi è impossibile, ma quello che è importante è quello che c'è dietro e dentro questa commedia. Ogni battuta è un attacco, ogni trovata una frecciata, ogni frase uno scoprire i nostri istinti più segreti. Lo scetticismo di Orton sull'umanità in genere, si risolve per il pubblico in una espressione di fine umorismo. Ma il contenuto è molto più profondo... la sua è una critica a un mondo pervaso dalla violenza, dal sesso e dal denaro sotto la maschera dell'ordine e della legalità. Una commedia i cui paradossi uguagliano quelli del maestro Oscar Wilde con molto della sferzante satira di Bernard Shaw e della suprema meccanica della «pochade» di George Feydeau.

Giorgio Gallione all'interno di una regia colorata e garbatamente spudorata è stato davvero bravo nella scelta dei suoi attori, non ce n'è uno fuori posto, sembrano proprio loro quelli usciti dalla penna di Orton, Ugo Dighero uno straordinario Dottor Prentice, Mariangeles Torres la moglie nevrotica e ninfomane, Antonio Zavatteri un allucinante e irreprensibile ispettore sanitario, Pier Luigi Pasino un giovane e maldestro fattorino d'albergo, Mauro Pirovano un poliziotto con dubbie capacità investigative e Mariangela Pompei un'apprendista segretaria un po’ troppo ingenua. L’happy end è inaspettato ma perfetto come nelle favole.

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