E Pannunzio insorse: i radicali e il Pci contro Craxi? «Alleanza di cretini»

A l Congresso Unuri di Cattolica Pannella organizza la defenestrazione di Craxi come una riconquista pensando di poter usare i comunisti senza esserne usato. Non si trattò di mere «manovre di corridoio». Per comprendere il comportamento di Marco Pannella bisogna aver anche presente che all’epoca egli era impegnato in uno scontro interno al suo partito. Nell’ottobre del 1958 si era costituita la Sinistra radicale con un documento firmato da Marco Pannella insieme a Franco Roccella, Sergio Stanzani, Giovanni Ferrara e Gianfranco Spadaccia. Si era consumata una rottura con Pannunzio che non era solo generazionale, ma soprattutto politica, sul tema dei rapporti con i comunisti.
Al documento di Sinistra radicale il «Mondo» aveva replicato con una serie di articoli che riaffermavano la chiusura ai comunisti. Agli inizi di marzo si svolge il Congresso del Partito radicale e nel suo intervento Marco Pannella sostiene la tesi secondo cui «come intellettuali radicali» si deve essere «a fianco degli operai socialisti e comunisti». Anzi, respingendo «inconcepibili preclusioni», Pannella prospetta ai radicali che «ci troveremo in molte occasioni a fianco dei comunisti». Su queste posizioni Pannella insieme a Roccella e Ferrara raccoglie circa il 30% e soprattutto suscita un’attenzione positiva da parte del Pci.
Togliatti si espone direttamente per valorizzare la posizione di Pannella con una lettera al «Paese», Pannunzio la liquida come «le tesi di un radicale che ripete per caso su un giornale comunista le tesi che il Pci cerca di diffondere da anni». Il titolo dell’articolo del «Mondo» non lascia spazio a mediazioni e segna una rottura definitiva di Pannunzio con Pannella: «L’alleanza dei cretini».
È così che a Cattolica «un blocco elettorale di comunisti, radicali estremisti e socialisti di sinistra» scrive Ungari rievocando la vicenda nel 1987 «faceva cadere, all’interno della lista goliardica per il consiglio nazionale universitario, le candidature di elementi democratici del Psi: a cominciare da Bettino Craxi» che era riuscito a dar vita ad «un’anticipazione a livello universitario di centrosinistra».
La rivista di Palmiro Togliatti «Rinascita» nel maggio 1958 celebra l’avvenimento con un articolo di tre pagine di Romano Ledda intitolato: «Un primo colpo alla linea riformista».

È un testo interessante perché al di là della durezza dei giudizi sulle «posizioni riformiste e corporative» aiuta a vedere, sia pure in negativo, i tratti innovatori che già aveva la figura del giovane Craxi. Ledda coglie indubbiamente il fatto che il giovane socialista si muova senza più il paraocchi della lettura classista e cerchi di introdurre nella cultura socialista nuove idee e una sostanziale modernizzazione.

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