E a Trieste un branco di lupi fa litigare Provincia e Regione

TriesteI lupi tornano ad ululare sul Carso, ad un passo da Trieste, dopo quasi un secolo. Un branco, composto probabilmente da una femmina con dei cuccioli, ha sbranato quattro pecore ed una capra. Una razzia d'altri tempi, che fa notizia e scatena un gioco a rimpiattino fra Regione e Provincia su chi deve pagare i danni. Non a caso la storia è stata tenuta segreta per una decina di giorni. La polizia ambientale della provincia di Trieste doveva indagare per stabilire se si trattasse di veri lupi.
Le bestie si sono infilate di notte nel varco di un recinto elettrificato lungo la strada fra Basovizza e Lipizza. Probabilmente arrivavano dalla zona slovena di Divaccia. Non hanno colpito nel mucchio, come fanno i cani randagi. I lupi si sono accaniti su quattro pecore ed una capra lasciando in pace gli altri 25 esemplari dentro il recinto. Il morso secco e fatale al collo ha preso un nervo vicino alla giugulare. Un segno distintivo del lupo, che non lascia scampo. In tutto 35 chili di carne per l’intero branco.
I proprietari degli ovini si sono resi conto della mattanza il mattino dopo. «La distanza fra i canini del morso sulle prede è di 35-36 millimetri, un po' al limite, ma nelle misure dei lupi» spiega al Giornale il maresciallo Maurizio Rozza della polizia ambientale della Provincia. Oltre all'esame sulle carcasse degli animali uccisi sono stati cercati indizi sul terreno. Tracce, resti di pelo o «fatte», le feci degli animali selvatici. Gli escrementi dei lupi puzzano di più, rispetto a banali cani randagi e contengono il pelo delle prede. Un'indagine minuziosa non solo per motivazioni scientifiche. I contadini hanno diritto ad un risarcimento. Devono richiederlo entro tre giorni dalla razzia altrimenti perdono i soldi. In questo caso il danno è di 1.500 euro.
Altri animali selvatici, come i cinghiali, che invadono i quartieri periferici di Trieste in cerca di cibo, provocano danni per cifre ben più elevate. Le richieste di indennizzo dello scorso anno si aggirano sui 140mila euro. Per cinghiali, volpi e fauna selvatica «normale» la domanda di risarcimento va fatta alla Provincia.
Per i lupi, che non si facevano vedere da 90 anni, la richiesta di indennizzo andrebbe presentata alla Regione, secondo l'amministrazione provinciale. Non la pensa così l'assessore regionale Claudio Violino della Lega: «La competenza è stata delegata alla Provincia, per quanto attiene l'indennizzo di danni ambientali provocati dalla fauna selvatica. Non mi risulta che ci sia una norma che preveda qualcosa di diverso per i lupi».
Conferma Fabio Scoccimarro, ex presidente provinciale per il centrodestra, oggi all'opposizione: «Per il lupo non ci siamo mai posti il problema, perché era sparito. Della fauna selvatica si occupa la Provincia con cinque poliziotti ambientali super attrezzati».
Walter Godina, vicepresidente provinciale di centrosinistra, risponde picche. «Orso, lince e lupo sono di esclusiva competenza della Regione, dove va presentata la domanda di indennizzo» spiega Godina. Il problema di fondo è che i soldi sono pochi. «Forse a causa dei tagli regionali alcuni capitoli di spesa non sono stati finanziati» punzecchia il vicepresidente della Provincia.
Carte alla mano l'articolo 11 della legge regionale 6 del 2008 prevede «che le funzioni relative a orso, lince e lupo spettino sia per l'accertamento, che per il risarcimento alla Regione». La norma è stata approvata nella precedente giunta Illy di centrosinistra.

Un regolamento di attuazione del 2009, con la nuova gestione del centrodestra, conferma la regola secondo la Provincia. Scoccimarro chiude con una battuta: «Se Provincia e Regione non si accordano facciamo pagare i danni ai vicini sloveni, da dove sono arrivati i lupi».

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