E per vegliare sui Giochi Pechino schiera i suoi mille uomini ragno

Sono l’élite dei corpi speciali: hanno armi e tecnologie sviluppate per l’occasione

Contro terrorismo e criminalità comune, e a poco meno di tre settimane dall'inizio delle Olimpiadi, Pechino è una città blindata. Le cifre dello spiegamento di forze sono impressionanti: per salvaguardare il regolare svolgimento dei Giochi il governo ha schierato centomila uomini dell'antiterrorismo; cinquecentomila volontari saranno, invece, agli angoli delle strade per fermare gli individui sospetti: ogni soffiata alla Polizia sulla possibilità di una minaccia terroristica frutterà l'equivalente di 73mila dollari. La sicurezza è al primo posto delle preoccupazioni della Cina: «Un'Olimpiade sicura - ha declamato il vice-presidente Xi Jinping, numero due del regime - sarà il simbolo più concreto di successo per i Giochi». Dalla scorsa settimana, la Polizia ha istituito posti di blocco su tutte le strade che portano in città e ispezionano tutti i veicoli in entrata, con gravi problemi di congestione del traffico alle porte della capitale. Nei giorni scorsi, le autorità avevano distribuito anche un manuale anti-terrorismo per istruire i cittadini su come difendersi dalla minaccia di attentati.
Ma la parte del leone nella sicurezza olimpica la fanno sicuramente i corpi speciali addestrati per l’occasione: come i mille agenti dello Swat, lo «Special Weapons and Tactics Team», che il due luglio scorso hanno dato dimostrazione della loro preparazione in un’esercitazione anti-terrorismo tenutasi nella provincia sud-orientale dello Shandong. I mille superman utilizzeranno armi speciali e tecnologie adattate per l’occasione come i segways, i carrelli a batteria capaci di auto-stabilizzarsi su cui cento agenti dell'antiterrorismo potranno inseguire eventuali fuggitivi tenendoli sempre nel mirino dei loro fucili posizionati strategicamente all'altezza della testa; o come i Super Talon, i fucili a effetto "spider-man" che sparano reti capaci di catturare il sospetto criminale in fuga nella loro ragnatela di nylon. Nell’apparato di sicurezza le telecamere di sorveglianza avranno un ruolo fondamentale: Pechino ha investito 28,5 milioni di dollari per collegare tutte le tv a circuito chiuso degli edifici privati, dei luoghi pubblici e dei maggiori snodi urbani con l'Ufficio di pubblica sicurezza della capitale, che in questo modo potrà sorvegliare tutti i movimenti sospetti (e no) in tempo reale.
«La Cina è preoccupata di perdere la faccia di fronte al mondo», spiega Wang Shacheng, esperto di sicurezza internazionale alla Kennedy School di Harvard. «Dopo le contestazioni registrate dalla torcia olimpica durante il suo passaggio nelle città occidentali, era ovvio per la Cina che ci sarebbero stati dei problemi.

Questo ha rafforzato la convinzione del governo della necessità di rendere ancora più sicuri i Giochi». La sicurezza è già costata cara: è stato calcolato che dal 2004 al 2007, il governo cinese abbia speso circa 6,2 miliardi di dollari per garantire il regolare svolgimento delle Olimpiadi 2008.

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