di Alessandro Marchini
A seguito dell'alluvione che ha colpito il ponente genovese, ed in particolare la delegazione di Sestri, le autorità interessate hanno condotto un'indagine sulle possibili cause che hanno prodotto tale calamità naturale.
Fra queste è stata individuata anche la presenza di un palazzo sito in via Giotto al numero civico 15 che ha le fondamenta che in parte insistono sul greto del torrente Chiaravagna, pertanto su suolo demaniale.
Secondo questa teoria, la presenza delle fondamenta del palazzo hanno determinato il blocco di grossi detriti, quali tronchi d'albero, con conseguente formazione di uno sbarramento che ha notevolmente frenato il flusso delle acque fino a farle tracimare sulla strada (via Chiaravagna) situata a lato del torrente stesso.
Pur non potendo escludere tale teoria, mi sento in dovere di non considerarla quale causa primaria della tracimazione del torrente per i motivi che esporrò di seguito. Mi permetto, inoltre, di considerare la presa di posizione nei confronti del palazzo incriminato quale ricerca di un capro espiatorio che avrebbe dovuto mettere in pace tutti quanti e di escludere altre cause della recente calamità.
DESCRIZIONE
Nelle immagini da satellite si possono individuare i punti salienti che hanno avuto a che fare con la tracimazione del torrente Chiaravagna:
- 1 Ponte di via Chiaravagna su torrente Chiaravagna
- 2 Torrente Chiaravagna
- 3 Palazzo di via Giotto 15
- 4 Rio Ruscarolo
- 5 Fabbricato di via Giotto prospiciente il palazzo di via Giotto 15
- 6 Stabilimento Elsag
- 7 Greto del torrente Chiaravagna dopo confluenza del rio Ruscarolo.
Dallesame delle singole situazioni in dettaglio, si può constatare che l'unico ostacolo al flusso delle acque, e/o di eventuali materiali trascinati dalle stesse, è costituito dalle due colonne di lunghezza pari alla larghezza del palazzo, ma che presentano una sezione molto ridotta rispetto al flusso (meno della metà della larghezza di una finestra).
La situazione potrebbe degenerare in presenza di materiali estranei (tipo tronchi, rami o vegetali in genere) adagiati contro le colonne e non rimossi per carenza manutentiva del greto del torrente.
È interessante confrontare la luce complessiva offerta al flusso delle acque in corrispondenza del palazzo con la luce presente in corrispondenza del ponte di via Chiaravagna situato a circa 100 metri a monte.
La luce del greto del torrente in corrispondenza del palazzo non è inferiore alla luce in corrispondenza del ponte, anzi sembra essere superiore!
L'acqua del torrente Chiaravagna, dopo aver superato il palazzo di via Giotto 15 passa sotto la stessa via Giotto e sotto ad un basso fabbricato situato sull'altro lato della strada (lato mare).
Continuando a seguire il percorso delle acque del torrente Chiaravagna, queste dopo aver superato il fabbricato prospiciente il palazzo di via Giotto 15 tornano ad essere a cielo aperto, nel flusso verso il mare.
La sezione utile del torrente sotto il fabbricato è praticamente identica a quella relativa al palazzo di via Giotto 15.
Il torrente Chiaravagna prosegue per circa 150 metri prima di passare sotto il ponte di via Manara per quindi immettersi sotto lo stabilimento Elsag ove riceve pure le acque del rio Ruscarolo.
Il torrente Chiaravagna ed il rio Ruscarolo fuoriescono dallo stabilimento Elsag con un unico greto.
Il torrente ed il rio passano sotto via Albareto, sotto il ponte della ferrovia Genova - Ventimiglia, quindi passano sotto lo stabilimento della Piaggio Aero Industries per terminare nel porticciolo turistico di Genova Sestri Ponente.
CONSIDERAZIONI
Quando nei «media» (Rai, Il Secolo XIX, ecc.) si è parlato e si parla di cause dell'esondazione del torrente Chiaravagna si è sempre e solo preso in considerazione il palazzo di via Giotto 15, salvo ad un brevissimo cenno «ad altri fabbricati (non definiti) costruiti sul torrente» durante un telegiornale regionale di alcuni giorni successivi all'inondazione andato in onda alle ore 14.
Nella successiva edizione serale delle ore 19,30 anche il breve cenno è sparito; poco prima delle ore 21 dello stesso giorno ho contattato telefonicamente il TG3 regionale Liguria lamentandomi che non solo non era stata data maggiore enfasi al coinvolgimento di altri fabbricati, ma che addirittura l'informazione era stata completamente ignorata.
La risposta è stata: «Il tempo a disposizione non lo ha permesso»; al che ho obiettato che ai telespettatori sarebbe stata più utile fornire un'informazione completa anziché aver fatto loro vedere per alcuni minuti le immagini dell'alluvione del 1970; purtroppo, lo si sa, a Genova si preferisce vivere di ricordi!
Se si esamina il contenuto del paragrafo «Descrizione» sopra riportato e si osserva la situazione sul posto, si possono trarre le seguenti considerazioni:
1. Nella parte terminale del percorso del torrente Chiaravagna sono presenti numerose strozzature e più precisamente:
- Ponte di via Chiaravagna che scavalca il torrente a circa 150 metri prima di via Giotto
- Palazzo di via Giotto 15
- Basso fabbricato prospiciente il palazzo di via Giotto 15 sull'altro lato della strada
- Stabilimento Elsag: in questo tratto alle acque del torrente Chiaravagna si sommano le acque del rio Ruscarolo
- Stabilimento Piaggio Aero Industries
- Darsena del porticciolo turistico che, certamente non facilita il libero flusso delle acque verso il mare
2. Fra tutte queste strozzature, quella dovuta alla presenza del palazzo di via Giotto 15 non è certamente la maggiore, poiché la sua luce è indiscutibilmente superiore, ad esempio, a quella del ponte a monte
3. Nell'eventualità che il palazzo in questione dovesse essere abbattuto, rimarrebbero le altre strozzature con conseguente mantenimento di pericolo di esondazione
4. Per avere un panorama completo del problema, occorre anche tenere in considerazione che il palazzo non è una costruzione abusiva, è regolarmente censito presso la locale Agenzia del Territorio, i proprietari delle unità immobiliari hanno sempre pagato la relativa Ici, il palazzo è edificato su terreno Demaniale
5. Le Autorità che hanno «pontificato» in materia non hanno mai fatto cenno al fatto che il greto del torrente Chiaravagna, così come tutti gli altri torrenti e rii interessati dall'alluvione nella delegazione di Sestri Ponente, era cosparso da innumerevoli detriti, in particolare di origine vegetale (tronchi e rami d'albero) addirittura accatastati contro le colonne del palazzo.
Evidentemente l'Ente preposto alla manutenzione del torrente, appartenente certamente alla sfera pubblica, non ha provveduto alle ordinarie operazioni di manutenzione.
Sorge così spontanea una considerazione: se il torrente avesse avuto il greto del suo intero percorso libero da questi detriti, si sarebbe verificata ugualmente l'esondazione?
Questa domanda è applicabile a tutti gli altri corsi d'acqua interessati dall'alluvione visto che era sotto gli occhi di tutti che in corrispondenza degli interramenti erano presenti dei «tappi» costituiti da rami, tronchi e detriti vari che a distanza di giorni non permettevano ancora il libero deflusso delle acque che continuavano a ristagnare
6. In considerazione di quanto esposto dal punto 1. al punto 5. prende sempre più corpo il sospetto che l'accanimento contro la presenza del palazzo di via Giotto 15 assomigli sempre più alla ricerca di un capro espiatorio da dare in pasto all'opinione pubblica; pur nella sua gravità si tratta di una soluzione meno gravosa per l'Autorità
7. In ogni caso, anche in presenza dell'abbattimento del palazzo di via Giotto 15, dovrà essere reso possibile l'accesso ai tratti del torrente coperti da parte dei mezzi meccanici atti alla rimozione sistematica e frequente dei materiali estranei che inevitabilmente, anche per incuria, si accumulano nel greto. Solo così si può garantire il libero flusso dell'acqua che, se anche non incontrerà più il fatidico «palazzo», dovrà sempre vedersela con altri possibili impedimenti.
GLI ALTRI CASI SIMILI
Quanto riportato al punto 7.
- Torrente Molinassi (piazza Clavarino)
- Rio Zana (via Insurrezione 23-25 Aprile 1945 / deposito Amiu)
- Torrente Marotto (via Castagnevizza / viale Villa Gavotti) che sono parimenti esondati poiché completamente ostruiti, in corrispondenza dei tratti coperti, da detriti presenti o trasportati dall'acqua.
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