Economia

Bankitalia "accelera" sulle nuove Bcc

Entro fine 2017 nasceranno le due holding. Barbagallo: "Ma devono essere solide"

Bankitalia "accelera" sulle nuove Bcc

Roma - Entro la fine del 2017, secondo le attese di Bankitalia, potrebbero costituirsi i due grandi gruppi del credito cooperativo che attueranno la riforma delle Bcc varata nello scorso febbraio. Ieri, infatti, Via Nazionale ha emanato le norme di attuazione del testo approvato dal Parlamento dando, in pratica, corpo alla tensione dialettica sviluppatasi in questi mesi nel mondo della cooperazione. Le grandi holding, infatti, si apprestano ad essere almeno due: circa 250 Bcc si aggregheranno attorno a Iccrea, la spa di servizi che ruota attorno a Federcasse di cui la principale esponente è la Bcc di Roma (17,1 milioni di utile nei primi 9 mesi e 11,2 miliardi di raccolta), mentre una novantina del Nord Est ha già optato per Cassa Centrale Banca. Il sistema bolzanino delle Raiffeisen sopravvivrà con una sua articolazione provinciale. Tre gruppi hanno optato per la way out trasformandosi in spa: si tratta delle toscane Chianti Banca e Banca di Cambiano e dell'emiliana Cassa Padana.

La Banca d'Italia «non fa il tifo per la costituzione di un gruppo delle Bcc o di due - ha spiegato il responsabile della Vigilanza Carmelo Barbagallo - ma baderà a che quelli che nasceranno con la riforma arrivino presto, già nel 2017, e siano soprattutto robusti». Nessuna forzatura alla ricomposizione dei dissidi per evitare una paralisi organizzativa pericolosa durante una fase di perdurante incertezza dei mercati finanziari. Ecco perché si spera di chiudere l'iter entro l'anno prossimo anziché alla scadenza naturale del maggio 2018 come prevede la legge.

Il panorama bancario italiano si dovrebbe sfoltire da 486 istituti a poco più di 120 tramite le aggregazioni che riguarderanno le circa 355 Bcc. Come funzionerà il processo? All'inizio del prossimo anno dovrebbero essere presentati i contratti coesione con le quali le singole banche di credito cooperative cederanno alla capogruppo (che dovrà avere almeno un miliardo di patrimonio netto) l'indirizzo e il coordinamento. La singolarità è che il comando sarà ceduto a un'entità controllata dalle stesse Bcc.

La holding avrà un potere di early warning (cioè di avviso tempestivo) nei confronti delle sue aderenti in caso di carenze patrimoniali: potrà sostituire gli organi amministrativi e imporne la ricapitalizzazione. Come farà? La holding nasce con l'obiettivo di facilitare l'accesso al mercato dei capitali. Potrà essere partecipata fino al 49,9% da investitori terzi mentre la maggioranza sarà sempre in mano alle Bcc che, a loro volta, potranno dotarla di mezzi versando in tutto o in parte il capitale in eccesso (cioè quello non vincolato ai requisiti patrimoniali). Le controllate virtuose saranno comunque soggette alla direzione della holding e non potranno autonomizzarsi. Anche la possibilità di costituire subholding per esternalizzare alcune funzioni non significa che si verranno a creare centri di potere. Il cda della holding sarà composto in base al merito e alla professionalità e non alla «militanza».

Le nuove entità bancarie saranno vigilate dalla Bce se supereranno un attivo di 30 miliardi, ma la componente locale potrebbe richiedere la sorveglianza di Bankitalia.

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