"La Bce ha sbagliato regìa su Bpm"

De Vecchi (Citi): "Così si sono frenate altre fusioni"

"La Bce ha sbagliato regìa su Bpm"

La vigilanza unica europea ha, nei fatti, frenato le operazioni di fusione per il modo con cui ha gestito l'integrazione fra la Banca Popolare di Milano e il Banco Popolare. L'accusa è partita ieri da Luigi de Vecchi, presidente della «Continental Europe for corporate and investment banking» di Citi, che è stata advisor di Bpm per la fusione con l'istituto veronese. De Vecchi è uno degli italiani più noti della City londinese, grazie anche al suo passato in Goldman Sachs e Credit Suisse, e fa una contestazione ben precisa: «Le regole oggi non sono chiare, si spostano nel tempo, c'è stata anche l'impressione che il sistema Italia non fosse assolutamente a posto, cosa secondo me assolutamente sbagliata. Questa famosa operazione di Bpm con Banco Popolare mi ha deluso, nei termini in cui il regolatore si è posto e questo ha fatto sì che tutta una serie di soggetti in Italia e all'estero, che consideravano di fare operazioni di questo genere, hanno messo sostanzialmente la marcia indietro in attesa di capire quale veramente sia e dove andrà la regolamentazione», ha proseguito ieri il banchiere intervenendo ad una conferenza della Luiss.

Il BancoBpm è nato ufficialmente nel gennaio scorso dopo intensi negoziati con le autorità europee. Secondo de Vecchi, dalla crisi il sistema bancario americano «è venuto fuori molto più forte. Purtroppo non si può dire che ci sia stata in Europa la stessa regia. C'è stata magari al livello locale, personalmente ritengo che la regia della Banca d'Italia sia stata visionaria. Vi posso garantire che al livello europeo questa stessa regia non c'è».

A stretto giro è arrivata la replica di Fabio Panetta, vicedirettore generale di Bankitalia: «C'è stata inizialmente difficoltà nel comprendersi a vicenda tra operatori e autorità. E in questa difficoltà ci si è messo del nostro, l'operazione è nata con una governance un po' barocca».

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