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Il coronavirus "cambia" gli esperti: ora tutti spingono per la spesa in deficit

Non solo Mario Monti: al tempo del coronavirus sono tanti i personaggi passati da essere amanti del taglio degli sprechi ad invocare l'aiuto dello Stato

Il coronavirus "cambia" gli esperti: ora tutti spingono per la spesa in deficit

La pandemia provocata dal nuovo coronavirus non ha solo stravolto la quotidianità dei popoli di mezzo mondo, ma ha anche cambiato il modo di pensare di governi, politici ed esperti di vario genere.

Come fa notare Il Fatto Quotidiano, il caso più emblematico per quanto riguarda i governi è offerto dalla Germania. I tedeschi, da sempre attaccati alla fantomatica politica del pareggio di bilancio e austerity, hanno annunciato un piano di stimoli economici di almeno 550 miliardi di euro. E lo hanno fatto attraverso la banca pubblica KfW.

Lasciando perdere i governi e prendendo in esame le singole persone, ci sono diversi soggetti che hanno completamente cambiato modo di pensare. Lunghissimo è l'elenco di coloro che in “tempi di pace” proponevano la ricetta dello Stato minimo e che oggi si sono riscoperti keynesiani. Gli amanti dell'austerità e del taglio degli sprechi oggi sono in prima linea a lodare gli sforzi dello Stato e le virtù della spesa pubblica.

Cambiare idea al tempo del coronavirus

La lista del Fatto parte con Carlo Cottarelli. Il professore ad agosto twittava polemico: "Adesso è di moda dire che tagliare le tasse in deficit è 'coraggioso'. Eh vai! Finanziamo tutto in deficit! Come ai tempi della Prima Repubblica". Peccato che pochi giorni fa, sulle pagine del Sole 24 Ore, Cottarelli invocava un “intervento in deficit finanziato a livello europeo” per far fronte alla crisi provocata dal Covid-19.

Mario Monti si è spinto oltre proponendo l'emissione di "Buoni per la Salute Pubblica" al fine di finanziare la sanità "per un importo molto rilevante". La spiegazione di una simile affermazione è semplice: "La salute pubblica ha una priorità superiore" rispetto a "una sana politica di bilancio". L'inversione dell'ex premier è evidente, spiega ancora Il Fatto Quotidiano, visto e considerando che Monti, quando sedeva a Palazzo Chigi, ha introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione.

Altro giro, altra corsa. Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, economisti che hanno sempre proposto la teoria del "più tagli e più cresci", hanno spiegato sul Corriere della Sera che il governo deve intervenire in modo chirurgico per “impedire una caduta della domanda”. Un altro economista, Kenneth Rogoff, sempre sul Corriere ha scritto che "i tetti al debito” andrebbero buttati “dalla finestra in queste circostanze". Proprio lui che ha sempre considerato il tetto al debito una conditio sine qua non da rispettare nei minimi dettagli.

Carlo Calenda scriveva nel 2018 che non era possibile “spendere tanti soldi se hai tanti debiti”. Adesso, su Twitter, sembrerebbe aver cambiato idea: “Serve budget pubblico per investire e proteggere. La Bce deve coprire le spalle".

Persino il giornalista Alan Friedman ha rinnegato certi suoi dogmi: "Per aiutare l' economia italiana sarà necessario fare leva sulla spesa pubblica molto di più di quel che si immagina oggi. In tempi di guerra non importa il rapporto deficit-Pil". E la lista potrebbe continuare ancora.

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