Edison punta al «vento» di Alerion e rilancia la corsa all'energia verde

Il gruppo fa una contro Opa da 107 milioni insieme a F2i. Balzo del titolo in Borsa +22%

Cinzia Meoni

In Piazza Affari è già nota come la «guerra del vento». E potrebbe essere solo l'inizio di una nuova tornata di risiko nel settore delle rinnovabili. Edison ha lanciato di un'offerta pubblica d'acquisto totalitaria, finalizzata al delisting, su Alerion Clean Power, azienda specializzata nell'eolico, a 2,46 euro per azione per 107 milioni complessivi. L'obiettivo del gruppo controllato dalla francese Edf è diventare il primo operatore in un mercato frammento e in profonda evoluzione, come quello dell'energia eolica (in Italia la capacità installata è pari a 9,1 gigawatt), superando Erg ed Enel.

Per conquistare Alerion, Edison si è alleato con F2i, azionista della società eolica con il 15,6%. L'Opa infatti è stata lanciata da Eolo energia, veicolo partecipato dal fondo dedicato alle infrastrutture. Un mese fa su Alerion si era invece Fri-El Green Power con un'offerta di 1,9 euro per azione per il 29,9% del capitale. Un prezzo non ritenuto congruo dal vertice della società partecipata, tra l'altro, dal fondo Amber con il 17,93% (di cui l'ultimo 2,67% è stato acquisito proprio mercoledì).

Non è escluso quindi che si vada ad una guerra a colpi di rilancio: «Stiamo valutando», fanno sapere fonti vicine a Fri-El. Alerion intanto in Borsa ha fatto un balzo del 22% a 2,48 euro, leggermente oltre il prezzo proposto da Edison. Quanto all'eventualità di trasformarsi da predatore in preda, Fril-El, che nell'eolico ha 481 mW, ha le idee chiare: «Vogliamo essere un polo aggregante, non intendiamo vendere».

Grazie ai dieci campi eolici che Alerion ha in Italia, per una capacità installata di 259 mW, Edison diverrebbe il secondo operatore del nostro Paese con 850 mW, alle spalle di Erg (con 1,13 gW di capacità) e prima di Enel Green Power (con 0,72 gW). Il gruppo italofrancese ha tuttavia un obiettivo più ambizioso: agguantare la leadership sia nell'eolico sia nell'idroelettrico e intende perseguirlo attraverso acquisizioni e procedure d'asta. «Puntiamo a generare nel medio termine almeno il 40% della nostra capacità da fonti rinnovabili rispetto all'attuale 25-30%», sostiene una fonte vicina a Foro Bonaparte, ricordando come, negli ultimi mesi, la società si sia rafforzata nell'idroelettrico in Friuli e Piemonte.

L'energia d'altro canto si sta dirigendo verso un futuro «decarbonizzato», delocalizzato e digitalizzato. Non è un caso questa sia la direzione intrapresa dal campione nazionale, Enel, che punta a diventare «carbon free» entro il 2050.

Tra i big che potrebbero decidere di rafforzarsi nel green, ci sono poi Falck Renewables, la francese Engie, la svizzera Alipq e i tedeschi di e.On. Il settore è quindi diventato un polo di attrazione anche per i fondi di investimento. La scelta non manca. Le quotate green in Piazza Affari sono 24, per la maggior parte sull'Aim.

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