Piazza Affari dà un segnale di fiducia a Fca e, nonostante un trimestre fortemente condizionato dall'emergenza coronavirus e dal lungo lockdown, ecco arrivare l'incoraggiamento in chiusura di giornata: +1,47% con le azioni a 7,68 euro. I dati negativi, come era scontato, insieme al ritiro della guidance sull'anno, sempre a causa del Covid-19, non hanno però tolto all'ad Mike Manley la convinzione che «il gruppo, grazie all'esperienza dei nostri leader e alla dedizione dei dipendenti, sarà in grado di attraversare questa crisi emergendone ben posizionato per crescere e prosperare».
A questo si aggiunge l'ulteriore conferma che il dialogo con Psa continua: «Lavoriamo molto bene insieme - ha ricordato Manley - e ci sono tutti gli elementi per arrivare rapidamente a una conclusione dell'accordo. I termini dell'intesa con Psa non sono cambiati e l'obiettivo è di giungere a una chiusura della transazione alla fine del 2020 o all'inizio del 2021». E solo per allora dovrebbe anche essere sciolto il nodo dei dividendi.
Nei primi tre mesi del 2020, Fca ha segnato una perdita di 1,7 miliardi e ricavi in calo del 16%, a 20,56 miliardi. L'impatto della pandemia, intanto, si preannuncia «ancora più significativo nel secondo trimestre», ha aggiunto l'ad di Fca, sottolineando come «prima che arrivasse lo tsunami Covid-19, il trimestre si preannunciava solido».
Gli altri dati: perdita netta adjusted di 0,5 miliardi, ma Ebit adjusted positivo per 52 milioni (merito dei 548 milioni di ebit adjusted registrati negli Usa); la liquidità disponibile a fine marzo era pari a 18,6 miliardi, ulteriormente rafforzata con una linea di credito di 3,5 miliardi siglata in aprile. Le consegne globali complessive sono pari a 818mila unità, in calo del 21% per la sospensione temporanea della produzione in tutte le Regioni e il tracollo della domanda di autoveicoli a livello globale.
Nei singoli mercati, quello sudamericano, che ha bloccato le fabbriche solo dal 23 marzo, segna il calo minore delle vendite (-12%). Seguono gli Stati Uniti, il mercato più importante per Fca (-16%), Asia-Pacifico (-49%) ed Emea-Europa (-32%).
A parte, viene fornito il dato trimestrale di Maserati: consegne -44%, ricavi netti -46% ed ebit adjusted in calo.
Manley ha spiegato, a grandi linee, quali strategie saranno adottate in questa fase di ripartenza, innanzitutto che l'intero polo produttivo nel mondo sarà in funzione entro luglio: in Italia ci sono state parziali riaperture dal 27 aprile e dal 4 maggio, nell'area Emea è invece previsto il riavvio delle fabbriche entro fine mese. Per quanto riguarda Maserati, il 25 maggio riprendono Mirafiori e Grugliasco, mentre a inizio luglio toccherà a Modena. Il 18 maggio torneranno a girare le linee degli impianti Usa.
Già presentate la Fiat 500 Elettrica, e le 500 e Panda con motore ibrido, è chiaro che Manley privilegerà quest'anno i lanci dei modelli con motorizzazioni elettrificate, come anche le Jeep Compass e Renegade ibride con batteria ricaricabile.
Ci saranno invece rallentamenti su altre produzioni, visto che è importante rispettare, per fine anno, la media relativa alle emissioni di CO2 dell'intera gamma, pena l'arrivo di pesanti sanzioni (Bruxelles, vista la crisi in corso, potrebbe però decidere di posticipare le multe). Confermato infine il piano di rilancio di Maserati.
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