Fonsai, Sator e Palladio studiano il rilancio Ma il fattore-tempo gioca a favore di Unipol

Fonsai, Sator e Palladio studiano il rilancio Ma il fattore-tempo gioca a favore di Unipol

Il consiglio di amministrazione di Premafin in agenda questo pomeriggio potrebbe rappresentare un bivio nella battaglia per il controllo di Fonsai in atto tra Unipol e il fronte composto da Sator e Palladio. La scorsa settimana l’Antitrust ha sbloccato l’aumento di capitale della holding, chiedendo che l’operazione non sia preventivamente legata in modo «irreversibile» all’intervento della compagnia delle coop. L’Authority deve infatti vagliare l’integrazione sotto il profilo della concorrenza: il nuovo big delle polizze avrebbe una quota di mercato nel ramo Danni prossima al 32%, con punte del 40% nella sola Rc Auto. Inevitabile, quindi, cedere asset per il capo azienda in pectore di Unipol-Fonsai Carlo Cimbri, ma resta da capire se oggi Premafin valuterà opportuno allargare i «sondaggi» ad altri pretendenti malgrado l’esclusiva concessa a Unipol.
Da tempo premono in questa direzione proprio Sator e Palladio che, scaduta la prima offerta su Premafin, hanno lavorato l’intero fine settimana - con contatti telefonici tra Matteo Arpe (nella foto) e Roberto Meneguzzo - per costruire una contromossa. La nuova operazione sarà probabilmente incentrata su Fonsai, da subito il reale obiettivo industriale della battaglia insieme alla controllata Milano. Sator e Palladio sarebbero allo scopo alla ricerca di un alleato bancario, forse italiano. Giovedì scorso il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè, ha però detto che «nessuno ha bussato» alla porta di Ca de’ Sass né appare facile arruolare i big internazionali, molti dei quali coinvolti nel consorzio di garanzia costruito da Mediobanca per Unipol.

Arpe dovrebbe scoprire le carte a breve, ma il fattore tempo gioca a favore di Unipol sia per l’urgenza di ricostituire i margini di Fonsai sopra i minimi di legge sia perché il verdetto dell’Antitrust ha facilitato il percorso. Cimbri e l’ad di Fonsai, Emanuele Erbetta, devono tuttavia ancora limare i concambi e sarà necessario ricomporre il cda della Milano dopo le dimissioni di alcuni componenti.

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