Coronavirus

Al governo il decalogo "salva auto"

Filiera al lavoro sulle misure per rivitalizzare il settore. Vendite in caduta libera

Al governo il decalogo "salva auto"

Ultima chiamata della filiera dell'auto al governo. La settimana prossima sul tavolo del premier Giuseppe Conte, che, prima che deflagrasse la pandemia da coronavirus, aveva deciso di avocare a sé i problemi del settore, arriverà una lettera sottoscritta dai presidenti di Anfia (filiera italiana), Unrae (gruppi esteri) e Federauto (concessionari).

Le tre associazioni, proprio ieri, hanno iniziato a condividere e definire le richieste essenziali per rilanciare sia l'auto sia i veicoli commerciali sia i mezzi pesanti. Nuove conference call sarebbero previste nelle prossime ore per l'inserimento di altre istanze. Questi, comunque, i punti filtrati contenuti nella prima bozza: abolire sino a fine anno il malus; portare da 70 a 200 milioni il contributo relativo agli ecobonus, allargando la fascia di veicoli premiati da 61 a 95 grammi/km di CO2 emessa (premio di 1.000 euro per l'acquisto di un veicolo nuovo senza rottamazione e di 2.000 con la restituzione dell'usato da demolire); detraibilità dell'Iva al 100% per le auto aziendali.

Inoltre, incentivo per chi rottama il proprio furgone Euro 0-1-2-3 e ne acquista uno nuovo, anche diesel. Per i camion, si chiede il supermmortamento e un fondo da impiegare per lo svecchiamento del parco circolante. Da queste e altre misure, una volta applicate in tempi brevi, la filiera si attende un po' di ossigeno per un settore che, con i dati sulle immatricolazioni diffusi ieri per l'Europa (-51,8%), vedono il mercato italiano in caduta libera (-85,4%), seguito da Francia (-72,2%) e Spagna (-69,3%). Più contenuto, invece, tra i mercati principali, il calo della domanda in Germania: -37,7%.

Anche Acea, l'Associazione dei costruttori europei guidata quest'anno da Mike Manley, ad di Fca, si è fatta sentire con un messaggio rivolto alle autorità. Quattro le linee guida anticrisi avanzate: una strategia coordinata per rilanciare in sicurezza la produzione di veicoli il prima possibile; stimolare la domanda del mercato per tutte le categorie di automezzi; sblocco dell'omologazione e immatricolazioni dei veicoli di ultima tecnologia; accelerare gli investimenti nella ricarica e nel rifornimento di carburante delle infrastrutture. Stimolare la domanda del mercato per tutte le categorie di veicoli è necessario, secondo Acea, perché «molti consumatori e operatori di trasporto professionali non saranno semplicemente in grado di acquistare nuovi mezzi». Da qui la necessità di attivare schemi di rinnovo della flotta per tutte le categorie di veicoli allo scopo di aiutare a rilanciare la domanda per le ultime tecnologie dei veicoli.

Piazza Affari, intanto, confida in una riapertura anticipata degli impianti produttivi. Si parla, in proposito, di un possibile ok alla «fase 2» dopo il 25 aprile, in anticipo di una settimana rispetto al termine del 3 maggio. Ferrari segna, così, un +3,95% (148,60 euro) dopo aver toccato un top intraday sopra quota 150 euro. Bene anche Fca: +3% a 7,32 euro. Se la Borsa è positiva, non è così per le vendite: nel primo trimestre, Fca ha segnato -34,5%.

Ma sarà il secondo trimestre, condizionato da un aprile disastroso, il vero effetto da Covid-19 sui mercati.

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