Iva, l'aumento costa 103 euro a famiglia

Nuova stangata in arrivo: dal primo luglio l'Iva passerà dal 21 al 22%. La Cgia di Mestre al governo: "Eviti l'aumento della pressione fiscale"

Iva, l'aumento costa 103 euro a famiglia

La priorità del nuovo esecutivo deve essere di evitare un aumento delle tasse pari a 9,4 miliardi di euro. Un importo medio di 370 euro per famiglia. Mentre la politica si divide sulla proposta di Silvio Berlusconi di azzerare l'Imu sulla prima casa, all'orizzonete si annuncia un'altra stangata. Dal primo luglio l’aliquota Iva passerà dal 21% al 22%. "Per il 2013 il costo complessivo a carico dei consumatori sarà di 2,1 miliardi di euro, dal 2014 toccherà i 4,2 miliardi, con un aggravio medio annuo che arriverà fino a 103 euro a famiglia", hanno spiegato gli analisti della Cgia di Mestre che, ipotizzando che i comportamenti di consumo delle famiglie italiane rimangano immutati, prevede per un aumento medio annuo che oscilla da 88 a 103 euro.

"Bisogna assolutamente scongiurare questo aumento - ha commentato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - se ciò non avverrà, corriamo il serio pericolo di far crollare definitivamente i consumi che ormai sono ridotti al lumicino". Questa è una crisi economica che va affrontata dalla parte della domanda: solo incentivando i consumi interni si può, infatti, rilanciare la produzione. Altrimenti, il Paese è destinato ad accentuare la fase recessiva che comporterà un aumento delle chiusure aziendali e la crescita del numero dei senza lavoro. I rincari che peseranno di più sui portafogli delle famiglie italiane, secondo l’associazione di Mestre, sono quelli che scatteranno per il pieno all’auto o per il meccanico o il carrozziere (33 euro all’anno per una famiglia di tre persone, 39 euro se il nucleo è composto da 4 persone), per l’acquisto dei capi di abbigliamento e per le calzature (18 euro all’anno per una famiglia di 3 persone, 20 euro se il nucleo è da 4) e per l’acquisto di mobili, elettrodomestici o articoli per la casa (13 e 17 euro).

Nel report della Cgia appare, tuttavia, evidente come il passaggio dal 21% al 22% dell’aliquota Iva ordinaria non inciderà sulla spesa dei beni di prima necessità. Tutti beni ai quali si applica l’Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto.

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