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Mediobanca, Iss "licenzia" Pagliaro

Il proxy advisor: "Serve un presidente indipendente". Lo aveva chiesto più volte Delfin

Mediobanca, Iss "licenzia" Pagliaro

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Contrariamente a quanto si pensava, il proxy advisor Institutional shareholders services, noto come Iss, non è stato insensibile di fronte a una oggettiva anomalia nel formulare la sua opinione a favore della lista del cda di Mediobanca, in votazione il 28 ottobre quando si tratterà di rinnovare il consiglio di amministrazione. Dalla lettura delle 59 pagine che costituiscono il documento di «raccomandazione al voto», del quale siamo entrati in possesso ieri mattina, emerge infatti che la rosa di candidati proposta da Piazzetta Cuccia, «adeguatamente posizionata per rappresentare gli interessi a lungo termine degli investitori istituzionali», è frutto di «un processo di selezione ben strutturato e nel complesso trasparente». Da qui la decisione di appoggiare i candidati proposti dal management dell'istituto. Più avanti però si aggiunge che «il sostegno alla lista del cda uscente non deve essere considerato in favore dello status quo. Prendendo spunto dalle preoccupazioni avanzate dall'azionista Delfin - precisa il documento - Mediobanca potrebbe trarre beneficio da ulteriori miglioramenti nella sua governance tramite l'elezione di un presidente indipendente».

In altre parole, le obiezioni sulla «non indipendenza» di Renato Pagliaro indicato come presidente qualora la lista del cda dovesse risultare vincente, obiezioni ribadite più volte dalla finanziaria Delfin a cavallo dell'estate, sono state pienamente recepite da Iss che implicitamente suggerisce di sostituirlo con una figura esplicitamente indipendente. E non avrebbe potuto essere altrimenti considerando i principi di buona governance europea cui il proxy dichiara di ispirarsi. Com'era prevedibile, l'invito viene espresso con una certa timidezza, usando le parole con grande cautela, ma la carica intrinseca va ben oltre il semplice suggerimento, qualunque sia l'opinione dell'altro proxy advisor - Glass Lewiss - il cui suggerimento di voto è atteso nelle prossime ore.

Impensabile perciò che l'investitura di Pagliaro, fortemente voluta dall'amministratore delegato Alberto Nagel, possa avvenire senza provocare forti reazioni. Una soluzione elegante, che molti si aspettano, sarebbe un gesto di rinuncia spontanea. Si vedrà.

Intanto procedono i lavori di perfezionamento della nuova legge sui Capitali. Ieri si è appreso che nel decreto legislativo atteso lunedì in Consiglio dei ministri potrebbero entrare anche alcune norme relative al cosiddetto «reshoring», ovvero il rientro di imprese che negli anni scorsi avevano delocalizzato verso legislazioni più favorevoli. Lo ha anticipato il viceministro Maurizio Leo a chi gli chiedeva di questa ipotesi. Dovrebbero rimanere invece immutate le previsioni del subemendamento all'articolo 12, frutto della sintesi trovata dai relatori Orsomarso e Damiani. In sintesi, per quanto riguarda la composizione dei consigli delle società, la «lista del cda» viene approvata con il voto favorevole dei due terzi dei suoi componenti (oggi basta la maggioranza semplice): una soluzione sulla quale c'è chi ha polemizzato anche ieri sostenendo che in questo modo si rende meno attraente la lista del cda.

Curioso, la nuova regolamentazione è nata proprio per riequilibrare il peso della lista del cda.

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