Il presidente del Consiglio Mario Monti prende la parola al World Economic Forum di Davos (Svizzera) e ne approfitta per fare campagna elettorale, sottolineando che "le circostanze sono molto diverse dal mio insediamento". Poi si autoincensa: "L’atmosfera che circonda l’Italia è cambiata, è un Paese rispettato e si crede nella sua capacità di riprendersi".
Ottimismo: crescita nel secondo semestre
"Sono fiducioso nel futuro dell’Italia, perché la marea sta cambiando. Lo spread è sceso di molto e la bilancia commerciale è migliorata. La crescita - ha detto il premier - riprenderà nella seconda metà dell’anno e al prossimo rapporto del Wef sulla competitività la posizione dell’italia sarà migliorata. Ci vorranno due-tre anni per vedere gli effetti delle riforme fatte e di quelle che devono essere ancora fatte".
Errate politiche precedenti
Facendo riferimento alla crisi Monti bacchetta l'Europa: "Non siamo riusciti a riconoscere che la crisi aveva una componente sistemica, diventata di fiducia nelle capacità dell’Eurozona di risolvere i suoi problemi, e nella moneta unica. L’Italia stava facendo i suoi compiti in modo disperato ma con un barlume di speranza. Se non c’è fede totale nel mercato e nella moneta unica - rileva il premier- non basta che ciascuno Stato membro faccia i suoi compiti perché esiste quella componente sistemica, fattore di rischio immanente nell’euro stesso, che si riflette in modo sproporzionato su chi, come l’Italia, fa politiche giuste ma sopporta il peso del debito dovuto alle errate politiche precedenti".
Riforme, per vedere gli effetti serve tempo
In una nota - e poi anche su Twitter - il premier commenta i dati del Fmi sull’Italia e sull’Eurozona: "Come ha sottolineato il Fondo Monetario Internazionale - prosegue Monti - la revisione al ribasso delle stime sull’economia italiana nel 2013 riflette quello delle altre economie della zona euro e di altre economie avanzate come gli Stati Uniti e il Giappone.
Tutto questo non ci consola, ma ci spinge con maggiore forza a concentrarci subito - sia a livello nazionale che europeo - sulla ripresa economica e sull’occupazione; tenendo ben conto che le riforme attuate necessitano di tempo per mostrare i loro effetti positivi".
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