Economia

O'Leary: "Ita come Alitalia, non sarà mai in utile"

Per il capo di Ryanair la nuova compagnia non ha un piano, come la vecchia

O'Leary: "Ita come Alitalia, non sarà mai in utile"

Michael O'Leary stronca Ita Airways e il progetto del governo di insistere nell'avere ancora una compagnia di bandiera nonostante la fine ingloriosa di Alitalia. E chiede poi di rimuovere tutte le restrizioni su Ciampino per farlo crescere, altro che chiuderlo come qualcuno paventa.

Intanto per domani è previsto il nuovo consiglio di amministrazione di Ita, con all'ordine del giorno il tema delle deleghe del presidente Alfredo Altavilla.

Il vulcanico amministratore delegato del gruppo Ryanair (nella foto) sbarca a Roma per presentare le nuove rotte della compagnia dalla capitale: ne saranno aggiunte altre 18 quest'inverno per un totale di 70 rotte tra Fiumicino e Ciampino, tra le quali Agadir, Amman, Asturie, Dublino, Tangeri, Praga, Stoccolma.

«Ita non sarà mai redditizia, Alitalia non è stata mai redditizia, ha perso soldi per 75 anni, solo una volta artificialmente con Berlusconi ha fatto un profitto e Ita è come Alitalia», afferma senza mezzi termini O'Leary, rincarando la dose. «Ita perderà sempre soldi, non hanno un business plan e Delta ed Air France-Klm sono partner sbagliati, era meglio Lufthansa,» perché «non apriranno ad Ita le rotte transatlantiche», spiega, ricordando che già la vecchia Alitalia era in partnership con queste due compagnie e le cose sono finite come sono finite. Secondo il top manager irlandese l'altro «grande» problema per Ita è che «non può competere con Ryanair in Italia e su tutte le altre rotte di corto raggio» in Europa dove domina la compagnia di Dublino. In Italia Ryanair «ha oltre il 40% di market share» e si avvia «verso il 42-43%» per fine anno grazie «all'aggiunta di altri 25 aerei» negli aeroporti italiani, fa presente O'Leary.

Sempre nel 2022, EasyJet ha una quota di mercato nel Belpaese dell'11%, Wizzair del 10% e Ita del 9% per cui la newco italiana «avrà sempre bisogno di sussidi», scandisce il numero uno del colosso irlandese, facendo anche notare che «l'Italia è l'unico paese in Europa che insiste nell'avere una compagnia di bandiera». E «non lo capisco.

È una questione solo politica», sottolinea.

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