Economia

Perché la riforma fiscale danneggia chi guadagna meno di 30mila euro

La riforma fiscale rivoluziona le buste paga degli italiani e a rimetterci di più è il ceto medio

Perché la riforma fiscale danneggia chi guadagna meno di 30mila euro

Gli effetti della riforma fiscale si iniziano a vedere in busta paga, e a essere danneggiati sono i cittadini del ceto medio, quelli con redditi sotto i 30mila euro. Questo perché la riforma fiscale si basa su due linee: la prima è quella che ha previsto la riduzione delle aliquote Irpef, mentre la seconda riguarda il welfare per le famiglie, con l’introduzione dell’assegno unico. Dal punto di vista pratico, la nuova Irpef ha previsto delle modifiche importanti al meccanismo di erogazione del trattamento integrativo, meglio noto come bonus Renzi. I 100 euro in busta paga, infatti, da gennaio 2022 vengono percepiti solo da chi ha redditi fino a 15mila euro.

La platea di contribuenti con redditi nella fascia 15-28mila euro hanno diritto al bonus solo se la somma delle detrazioni per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 sia di ammontare superiore all’imposta lorda. Le spese da tenere in considerazione sono quelle degli articoli 12 e 13 del Tuir, per esempio mutui, carichi di famiglia, interventi edilizi.

Come spiega il presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti Marco Cuchel a Money.it, quella del bonus Renzi in busta paga per il ceto medio è una situazione paradossale: “Da 15 a 28mila, purtroppo, hanno una sorta di verifica della capienza, una clausola di salvaguardia ma solo nel caso in cui ci siano queste spese sostenute.[...] E per milioni dipendenti sotto i 28mila euro di reddito il trattamento integrativo voleva dire una sostanziale differenza di possibilità e capacità di spesa. Vi si faceva affidamento, e ora improvvisamente è stato tolto. Sembra che se hai avuto capacità di spesa e hai fatto investimenti di ristrutturazione, sei più agevolato rispetto ad altri che hanno avuto più difficoltà a fare determinate spese e che però non possono usufruire del trattamento integrativo.” Anche perché, specifica il presidente Cuchel, i cittadini in quella fascia di reddito anche se non hanno fatto lavori di ristrutturazione, per esempio, hanno comunque sostenuto altre spese, come comprare un grande elettrodomestico a rate: si tratta di un impegno economico che va sostenuto, e senza quel bonus in busta paga si perde molta capacità di spesa.

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