Politica economica

La ricetta dei signori del gas: "Riscrivere il piano nazionale"

Da Eni a Enel, da Snam a Italgas: l'Italia di fronte a un bivio strategico. Ma bisogna investire nelle infrastrutture

La ricetta dei signori del gas: "Riscrivere il piano nazionale"

È necessario definire una nuova strategia energetica nazionale e un nuovo Piano energetico nazionale (Pniec), visto che la domanda di metano nel mondo crescerà anche perché gas e green gas (biometano e idrogeno) saranno essenziali per la transizione energetica. L'Italia può quindi diventare un hub europeo del gas, ma perché raggiunga questo traguardo è necessario investire sulle infrastrutture. È questo il messaggio lanciato ieri a Roma alla prima assemblea di Proxigas, l'associazione delle imprese italiane del metano. Proxigas propone per il nuovo Pniec di sviluppare la produzione nazionale di metano, sviluppare le capacità di importazione dell'Italia (con nuovi rigassificatori e gasdotti), stipulare contratti di approvvigionamento a lungo termine, potenziare le infrastrutture nazionali (Linea Adriatica, stoccaggi) e diversificare il settore con biometano e idrogeno.

«Il peggio è alle spalle, i prezzi sono tornati ai livelli dell'estate 2021. Gli stoccaggi sono pieni all'80%, il sistema gas ha dimostrato la propria resilienza grazie anche a condizioni meteo buone ma pronto anche a eventuali picchi di freddo e a riempire gli stoccaggi la prossima estate», ha spiegato il presidente di Proxigas, Cristian Signoretto. In Italia «la domanda di gas naturale nel 2021 è stata di circa 75 miliardi di metri cubi, soddisfatta solo per il 4% dalla produzione domestica - circa 3 miliardi di metri cubi, un quinto dei 17 miliardi di metri cubi prodotti nel 2000 - sebbene sul territorio nazionale e nelle relative acque territoriali siano stimate riserve di gas naturale per oltre 110 miliardi di metri cubi», ha proseguito Signoretto.

Il governo Meloni ha detto più volte che vuole rendere l'Italia l'hub europeo del gas. Da noi arrivano 5 gasdotti da 5 fornitori diversi. In più abbiamo 3 rigassificatori, ed entro il prossimo anno dovremmo averne altri 2. Ma per far arrivare il metano alle industrie del Nord Italia e del Nord Europa, occorre potenziare il gasdotto Adriatico, al momento saturo, vero collo di bottiglia del sistema. «La Linea Adriatica è fondamentale - ha detto il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto - e non possiamo prescindere dal nuovo tubo da sud a nord. Quei 425 km (da Sulmona a Minerbio, ndr.) devono essere assolutamente fatti, e fatti in fretta». Della stessa opinione l'ad di Eni, Claudio Descalzi: «Se vogliamo essere l'hub europeo del gas, dobbiamo raddoppiare la Dorsale adriatica». Stefano Venier, ad di Snam, che è al lavoro sull'opera, ha spiegato che il raddoppio sarà pronto alla fine del 2027. Descalzi lo ha incalzato: «In Libia ci abbiamo messo nove mesi. Perché non si riesce a farlo anche in Italia?». Venier ha risposto che «scavare in Libia è più facile che sull'Appennino.

Inoltre quella è una zona sismica, e manca ancora l'autorizzazione all'ultimo tratto, il terzo».

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