Il coronavirus e il conseguente lockdown hanno rallentato la macchina pubblica delle tasse. Ecco allora che l’Agenzia delle entrate detta il nuovo calendario per i suoi dipendenti: ok agli accertamenti, ma solo se redditizi. Si tratta di contestazioni di frodi fiscali, indebite compensazioni di crediti d’imposta inesistenti conseguenti a condotte fraudolente, recuperi di imposta a carico di contribuenti assoggettati a procedure concorsuali, atti contenenti rilievi di natura penale tributaria oppure quelli conseguenti l’applicazione dei provvedimenti cautelari anche relativi ad annualità non in decadenza.
Un occhio è dato anche ai piani di budget 2020 che, dopo l’emergenza Covid-19, andranno rimodulati. La notizia è che, secondo quanto scritto da Italia Oggi, ripartono i questionari e le lettere fiscali. Stop agli accessi esterni e via alla notifica degli atti indifferibili e urgenti, il cui requisito dovrà essere evidenziato nell’atto stesso. Poi è prevista un’attività di verifica, per quanto possibile da condurre a distanza, attraverso trasmissione degli atti in digitale o con sola consegna agli uffici.
Queste sono solo alcune delle indicazioni che arrivano da diverse direzioni provinciali delle Entrate, in attesa che il direttore, Ernesto Maria Ruffini, emani il provvedimento con le specifiche normative sulla nozione di atto emesso dopo la ripartenza, secondo il calendario fissato nei mesi precedenti dai decreti Cura Italia, decreto Liquidità e decreto Rilancio. Proprio quest’ultimo ha stabilito, infatti, che gli atti di accertamento, di contestazione, quelli che prevedono sanzioni, di recupero dei crediti di imposta di liquidazione e di rettifica e liquidazione (per i quali i termini di decadenza scadono tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020), siano emessi entro il 31 dicembre 2020 e siano notificati nel periodo compreso tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2021, salvo i casi, tra gli altri, di indifferibilità e urgenza.
In una nota rivolta agli uffici del centro Italia, spiega sempre Italia Oggi, è evidenziato "che emerge la presenza di un certo numero di posizioni, relative in particolare a imprese di piccole dimensioni, derivanti da percorsi selettivi basati su scostamenti dei dati contabili rispetto ad analisi di settore (ad esempio bassa redditività, non congruita alle risultanze degli studi di settore) o comunque su generici indizi di evasione, senza l’individuazione di specifiche ipotesi di violazioni fiscali". È quindi necessario indirizzare le attività di controllo verso le forme più insidiose di evasione, e, soprattutto, di privilegiare i controlli degli anni d’imposta più recenti, per favorire ricostruzioni della capacità contributiva più aderenti alle realtà riscontrate durante l’attività istruttoria.
Insomma, la macchina pubblica della riscossione tributaria si prepara a ripartire.
L’esattore delle tasse (dipendente dell’Agenzia delle entrate) dovrà svolgere valutazioni sulla sostenibilità del pagamento delle imposte e solvibilità delle stesse. Tutti elementi mutati con la pandemia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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