Penso innovativo

Innovazione e new mobility: "L'economia sostenibile non è una scelta"

L'incontro per la terza edizione di Penso Innovativo, l'evento organizzato da il Giornale per parlare di sostenibilità, innovazione e nuova mobilità. Il direttore Minzolini: "L'innovazione sostenibile non è una scelta"

Innovazione e new mobility: "L'economia sostenibile non è una scelta"

"Noi siamo in un mondo in piena evoluzione e probabilmente quello che sta avvenendo e riguarda l'economia sostenibile è una grande rivoluzione, stiamo cambiando il sistema del Novecento. La green economy è diventato un contenuto comune". Così, il direttore del Giornale, Augusto Minzolini ha introdotto l'evento tenutosi questo pomeriggio al 21 WOL di Milano, a conclusione della terza edizione di Penso Innovativo, organizzata dal Giornale con focus su innovazione, sostenibilità e nuova mobilità. Minzolini ha poi ringraziato le aziende che collaborano e "permettono di redere un orizzonte diverso per il nostro Paese". "Noi siamo obbligati ad avere un'economia sostenibile- ha aggiunto il direttore del Giornale- non è una scelta, ma deve essere misurata passo passo, altrimenti può trasformarsi in un boomerang. Bisogna avere la capacità nell'innovare di distribuire il lavoro".

Sulle energie alternative, Minzolini specifica come "nel breve e medio periodo il fabbisogno non si risolve". Per questo, "per una fase di transizione" si può pensare di utilizzare il nucleare. Una sfida che è anche ideologica, per la quale serve una mentalità in grado di aprirsi al mondo nuovo, innovativo: "per farlo, la prima cosa che dobbiamo rivoluzionare è la mentalità", per superare gli scontri ideologici.

Durante l'incontro sono intervenuti, in collegamento, il viceministro dello Sviluppo Economico Gilberto Pichetto, il Chief Technology, innovation&digital officer di Ferrovie dello Stato Roberto Tundo, l'amministratore delegato di Acciai Speciali Terni Massimiliano Burelli e il responsabile ufficio stampa di Generali Ceo e Country manager di genertel e genertel life Maurizio Pescarini. Intervento in presenza, invece, per il general manager di Uber Italia Lorenzo Pireddu e per il responsabile ufficio stampa Tempocasa Claudio Bartolini. I rappresentanti delle aziende italiane sono stati intervistati, oltre che da Minzolini, anche dal vicedirettore Francesco Maria Del Vigo, dal caporedattore Marcello Zacchè, dal caporedattore Marco Lombardo e dal responsabile delle pagine Fuorigiri Pierluigi Bonora.

"Innovazione? La sfida del secolo"

Per portare l'Italia verso l'innovazione, sono state stanziate delle risorse, ma il Paese è pronto a fare questo passo avanti? "Credo che sia la sfida del secolo", ha detto il il viceministro dello Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto, intervenuto in collegamento, rispondendo a una domanda del direttore Minzolini. "Ma- ha aggiunto- non possiamo perdere la grande occasione del Piano di Risorse". Sulle modalità di affrontare la sfida dell'innovazione, il viceministro precisa la necessità di passare dagli ideali al confronto con la realtà: "Per questo serve un governo forte, ci vuole un po' di coraggio. Il sogno è quello di arrivare a emissioni zero entro il 2050, ma bisogna renderlo compatibile con la nostra economia, per non avere conseguenze sociali ben peggiori".

Il giornalista Pierluigi Bonora ha poi parlato di mobilità e automotive della necessità di fondi per affrontare la transizione al green. "É una preoccupazione che condiviso- ha sottolineato il viceministro- le grandi scelte che stiamo facendo possono pregiudicare il sistema produttivo. In questo momento abbiamo una cifra minima di 150 milioni a partire dal 2022. Nei prossimi anni si dovrà anche confidare nella riprogrammazione dei fondi e in risorse proprie". Sugli incentivi, Pichetto risponde: "Io ho chiesto un miliardo all'anno in crescita, ma confido anche nell'azione del Parlamento e su una valutazione che deve essere fatta".

La stazione come hub di servizi

Durante la pandemia, uno dei settori più colpiti è stato quello della mobilità. "La pandemia ha portato nel mondo della mobilità vari effetti, sugli operatori che hanno dovuto adattarsi- ha spiegato Roberto Tundo, Chief Technology, innovation&digital officer di Ferrovie dello Stato italiane, intervenuto in collegamento e intervistato dal giornalista del Giornale Marcello Zacchè- ha cambiato il comportamento degli utilizzatori dei servizi e ha portato le aziente ad attuare forme di lavoro remoto che hanno provocato una ricaduta sulla mobilità. Spesso si parla di ritorno alla normalità, ma ritengo che ciò che era pre-pandemia non ritornerà nello stesso modo. Ci sarà invece una diversa comprensione e fruizione da parte degli utilizzatori". Un cambiamento che già si percepisce nei giovani, che si stanno staccando dal concetto di "possesso del mezzo di trasporto".

"Il gruppo Ferrovie Stato- rivela Tundo- ha l'obiettivo di rendere il sistema infrastrutturale del Paese più moderno, digitale e sostenibile". Su 18mila chilometri di ferrovie, 10mila corrono in prossimità delle strade, che può rappresentare un'opportunità per migliorare la connessione del territorio: "Un progetto importante delle Ferrovie, che consiste nella connettività di alta qualità". L'infrattura ferroviaria si collega anche al concetto di smart city: "Le stazioni hanno consolidato la loro posizione all'interno delle città, diventando hotspot di servizi di vario tipo e sono fondamentali per garantire che un servizio possa essere fornito in alta qualità, indipendentemente dal mezzo che utilizzo". Si tratta della possibilità di estendere la rete internet in prossimità delle zone vicine alle stazioni e ai mezzi. Questo progetto legato alle stazioni rappresenta "un futuro molto prossimo: un hub di servizi per chi fruisce della mobilità". Un altro obiettivo è la creazione di una "struttura di parcheggio che garantisce la possibilità di definire un percorso di mobilità che porti il cittadino verso la stazione e trovi il parcheggio, servizi di carica elettrica e servizi ulteriori. "Grazie alla presenza delle stazioni in città, la relazione stretta di integrazione e di scambio di servizi anche con operatori del trasporto pubblico locale rappresenta un immediato vantaggio".

"La sicurezza in primo piano"

"A Terni abbiamo cercato di rompere il paradigma per cui un'azienda pericolosa debba essere un'azienda non sicura", lo ha dichiarato Massimiliano Burelli, amministratore delegato di Acciai Speciali Terni, intervistato in collegamento dal vicedirettore Francesco Maria Del Vigo. "Noi nell'esercizio scorso lo abbiamo chiuso con un indice di frequenza 3,3 di incidenti, più basso della media italiana- ha aggiunto- Da noi, la sicurezza è sopra di tutto, riteniamo sia un approccio imprescindibile". "La prima cosa che ho fatto appena arrivato è stato rifare i bagni e la mensa dei lavoratori, come segno di rispetto verso i lavoratori, e introdurre i 5 minuti di sicurezza, di modo che all'inizio di ogni singolo turno le persone iniziano parlando di sicurezza". Si tratta di un protocollo messo a punto da Acciai Speciali Terni, "per focalizzare le persone, capire dove si è ed essere concentrati sull'attività lavorativa, ma partendo dalla sicurezza. È un protocollo che ha dimostrato moltissimi risultati". "Mettere la sicurezza in primo piano": per garantirlo si procede al controllo dell'azienda, segnalando le cose che non funzionano. Altre azioni in ottica sicurezza sono "delle campagne di osservazione, nelle quali un capo reparto va ad osservare l'attività di un altro capo reparto, si tratta di ispezioni incrociate. Ultimamente questa attività è stata introdotta anche a livello di operai. Il fatto che siamo sei volte più sicuri della media della siderurgia nazionale è dovuto a questo approccio di sicurezza comportamentale".

Dal punto di vista della sostenibilità, Burelli precisa "è chiaro che un'azienda come la nostra non ha l'impatto ambientale di un vivaio, ma si può affrontare il tutto in maniera oggettiva e cambiando il punto di vista, indossando gli occhiali della sostenibilità". Prima di tutto, i materiali che arrivano dall'estero sono trasportati su rotaia e c'è stato un incentivo del trasporto du rotaia, perché rispetto a quello su gomma ha un'emissione di CO2 cinque volte inferiore rispetto al trasporto su gomma". Per quanto riguarda la produzione del vapore, è stato installato un macchinario per recuperare il calore e vaporizzare l'acqua, spegnendo il generatore di vapore a gas: "Quando ho girato la chiave per mettere in marcia questo macchinario, è come se avessi spento un terzo delle caldaie della città di Terni". Questo dimostra che anche in questo settore è possibile arrivare a comportamenti green. Burelli ha parlato anche di un progetto di gestione della sporia: "Siamo riusciti a mettere a punto un processo con cui la sporia potrà essere usata in sostituzione ad aggregati naturali come la ghiaia. In questo caso abbiamo un duplice vantaggio, perché la sporia non va in discarica e può essere rivenduta come aggregante".

L'integrazione dei servizi

Successivamente è intervenuto Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia, intervistato da Marco Lombardo. Analizzando i dati relativi alla mobilità nel perido pandemico, "abbiamo visto che il tasso di spostamento ad uso singolo è stato minore nelle zone 15 minute cities rispetto alle altre zone". La sostenibilità è un discorso dei mezzi, ma anche di efficienza- ha aggiunto Pireddu- Oggi anche grazie alla tecnologia possiamo essere più efficienti", arrivando per esempio a percorrere più agevolmente la tratta casa-lavoro, garantita grazie all'integrazione e all'organizzazione. Essenziali per raggiungere questo cambiamento sono la digitalizzazione e la facilità di pagamento: "Stiamo sviluppando questo concetto anche in Italia". Durante il Covid ci sono state difficoltà ad utilizzare il trasporto pubblico, ma per queste persone "il nostro servizio è servito quasi come assicurazione di trasporto e ha permesso alle persone di spostarsi, tanto che in alcune zone il tasso di mobilità è aumentato. Uber non sostituisce i servizi tradizionali, ma c'è bisogno che servizi pubblici e privati inizino a integrarsi".

Dal Social Give Back alla mobilità del futuro

"Stiamo attraversando un periodo storico con il più grande cambiamento tecnologico per il nostro settore e un cambio di passo radicale, con un utilizzo sapiente della tecnologia", ha spiegato Maurizio Pescarini Ceo e Country manager di genertel e genertel life, che ha palato dei processi assicurativi gestiti in digitale e intervistato dal giornalista Pierluigi Bonora, responsabile delle pagine Fuorigiri. Il processo di liquidazione digitale consente al cliente di effettuare le operazioni utilizzando una piattaforma digitale, tramite la quale è possibile segnalare il sinistro, caricare le fotografie ed ottenere il rimborso in tre minuti. "Abbiamo lavorato tanto per rendere l'interfaccia più accessibile, che rende semplice il processo prima di vendita e poi di utilizzo", una strategia che permette di integrare nel processo anche le persone più anziane e di renderlo fruibile soprattutto dallo smartphone, per averlo sempre a portata di mano.

Genertel guarda anche alla sostenibilità con un programma Social Give Back: "Il programma Bee good è una delle cose più importanti del nostro modello. Abbiamo immaginato il servizio che vedesse la relazione col cliente non come one shot, ma che offrisse altro ai clienti. Il programma Bee good dà ai nostri clienti la possibilità di accumulare punti in base ai propri comportamenti e Genertel si impegna a restituirli alla collettività", sostenendo le associazioni scelte dal cliente. Per quanto riguarda la mobilità, Pescarini specifica che "il concetto sta mutando e la mobilità del futuro vedrà diversi attori. Dal punto di vista assicurativo i driver più importanti saranno chi possiede il mezzo automobilistico e chi guida (il conducente o il veicolo). Questo potrebbe portare allo spostamento del rischio, che oggi è concentrato sull'autista, domani potrebbe essere il produttore del software che conduce la macchina. Un altro tema è il cambio radicale dei profili dei sinistri, il numero verrà ridotto, ma la severità del danno sarà più ingente, data la presenza di fattori elettrici ed elettronici". Infine, "ultimo tema è quello del pricing: guardando in là nel tempo, alcuni dati avranno sempre meno importanza (come l'età di chi guida) e ne emergeranno di nuovi (chi produce il softwer)".

Il Pass green dell'immobiliare

"La nostra azienda ha preso la via della sostenibilità". Lo ha affermato Claudio Bartolini, responsabile ufficio stampa Tempocasa, intervenuto all'evento e intervistato dal giornalista Marco Lombardo. "Quest'anno faremo un bosco Tempocasa in collaborazione con Treedom, ma il nostro impegno riguarda anche il sociale. Sostenibilità, inoltre, non è solo verde, ma è la realtà che viviamo tutti i giorni". Tempocasa guarda anche al suo franchising, con due tipologie di clienti: gli affiliati e i clienti degli affiliati. "Per i primi operiamo in modo sostenibile creando un'agenzia che sia in sé sostenibile. Si tratta di servizi aggiuntivi di cui non si deve più occupare il singolo affiliato.Nell'ambito della sostenibilità, Tempocasa ha introdotto un "Pass green che, a partire da quest'anno, contrassegna alcuni immobili". Questo pass permette alle case che lo ottengono di avere vetrine più estese e maggior visibilità. "Diamo corsie preferenziali in termini di visibilità alle case con determinate caratteristiche. Il bollino green viene riservato ad immobili particolarmente sostenibili e viene messo in risalto, per far sì che abbia più visibilità di un immobile con meno caratteristiche sostenibili".

Tempocasa ha fatto un passo avanti anche dal punto di vista del digitale, con la firma Otp e l'introduzione dei tour virtuali degli immobili, "creando un piccolo di meccanismo di sostenibilità anche in questo senso, risparmiando tempo e denaro".

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