Telecom Italia tira il freno a mano sulla vendita del Brasile. Ma il mercato non gli crede e l'azione del gruppo, dopo una corsa che l'ha vista protagonista a Piazza Affari per l'intera seduta, ha chiuso in rialzo del 6,9% a 0,75 euro, appena sotto i massimi di giornata a 0,764 euro. Numeri da capogiro su cui la Consob ha voluto vederci chiaro dopo le indiscrezioni raccolte dal Giornale che, dando per prossima la cessione di Tim Brasil, hanno innescato i rialzi. Ma l'affare brasiliano si è tinto di giallo dal momento che, sollecitata dalla Commissione, la società ha precisato «di non essere a conoscenza di alcuna offerta» per la controllata brasiliana ribadendo «la strategicità dell'asset». Come se non bastasse, anche da Madrid, una fonte di Telefonica ha aggiunto al Giornale che «il gruppo spagnolo non si interessa alle questioni di Telecom in Brasile».
Chiarimenti che non hanno in alcun modo scoraggiato i mercati, fermamente convinti che sia vicina la costituzione di un veicolo locale per rilevare la società e spacchettare gli asset ai principali concorrenti: Claro, controllata da America Movil di Carlos Slim, il campione nazionale Oi Telemar e la stessa Vivo di Telefonica. Una mossa che dipanerebbe il nodo Antitrust degli spagnoli in Brasile, dando inoltre il via libera all'integrazione con Telecom. Quest'ultima ha sempre detto di avere a cuore l'asset brasiliano, tuttavia potrebbe essere convinta da un'offerta monstre che, secondo le indiscrezioni, si aggirerebbe intorno ai 10 miliardi. Ci credono fermamente gli analisti secondo cui «in Brasile c'e' bisogno di un consolidamento del mercato». Tenendo conto delle potenziali sinergie che verrebbero a crearsi a seguito dell'operazione, Equita Sim riterrebbe «equo un prezzo di almeno 8 miliardi per Tim Brasil», ovvero un premio di circa il 33% rispetto ai prezzi di mercato dell'asset brasiliano, e afferma che «una valutazione di 9 miliardi aggiungerebbe altri 4-5 centesimi al target di Telecom».
Tutto questo, secondo gli analisti, potrebbe imprimere un'accelerazione al prezzo di Borsa del gruppo italiano, ancora lontano per i soci Telco dal valore di bilancio (1,2 euro dopo la svalutazione del febbraio scorso). Secondo Mediobanca, le notizie sul Brasile «aumenteranno ulteriormente la speculazione nell'area, dal momento che crediamo che Telefonica non avrebbe mai accettato di ridurre la propria esposizione nel mercato brasiliano, piuttosto che la sua partecipazione nell'operatore italiano».
Tra ipotesi speculative e reali piani di cessione, le voci brasiliane e il balzo del titolo (che ha coinvolto anche Tim Participacoes: +7% a 12,97 reais) hanno allarmato i sindacati. «La vendita di Tim Brasil rappresenterebbe un ulteriore passaggio per impoverire Telecom Italia e creare le condizioni per permettere agli spagnoli di incorporarla in Telefonica, facendo sparire la quarta impresa nazionale», afferma Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil, aggiungendo che «mentre Renzi e Letta continuano a interrogarsi su quale sia il momento migliore per cambiare le regole sull'Opa, Telefonica procede sulla sua strada come ampiamente previsto dalle denunce avanzate dal sindacato nei mesi scorsi». In questo complesso scenario, resta quanto mai vigile la Consob che sul tavolo ha ancora una serie di dossier caldissimi tutti targati Telecom: dal convertendo, alle operazioni con parti correlate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.