"El Presidente", calcio e mafia coppia vincente

Poco prima del ritorno al calcio giocato, seppur a porte chiuse, dopo oltre tre interminabili mesi, Amazon Prime ha programmato una serie in otto episodi - la serie tv si chiama El Presidente

"El Presidente", calcio e mafia coppia vincente

Poco prima del ritorno al calcio giocato, seppur a porte chiuse, dopo oltre tre interminabili mesi, Amazon Prime ha programmato una serie in otto episodi - la serie tv si chiama El Presidente - davvero divertenti su uno dei tanti scandali del pallone all'interno del Palazzo. Un costume transcontinentale che, per una volta, non ci riguarda e che prende di mira il Sudamerica. Protagonista appunto «El Presidente», ovvero Sergio Jadue, divenuto per caso il numero uno della Federazione Cilena, capace persino involontariamente di «surfare» tra personaggi di malaffare, dirigenti avidi e corrotti, criminalità organizzata, complotti e veleni, agenti dell'Fbi sotto mentite spoglie. Partite praticamente non se ne vedono, come se il gioco non fosse altro che la scusa per mettere su un gigantesco impero economico.

Sergio è il tipico uomo qualunque, un trentenne che ne dimostra cinquanta per via della calvizie incipiente e della goffaggine patologica. Presidente di una squadretta di seconda divisione, è riuscito a conquistare la promozione promettendo stipendi che non ha mai pagato. Al suo fianco la giovane moglie, bella, aggressiva e soprattutto ambiziosa, vede nel marito doti inspiegabili, lo spinge nei luoghi del potere, insomma è un vero e proprio coach motivazionale. Per uno arrivato dal niente, trovarsi per caso numero uno fa parte degli strani casi della vita che peraltro non raccontiamo per non far perdere il gusto di una narrazione tanto divertente quanto paradossale, commentata dalla voce fuori campo di Julio Grondona, presidente dell'Argentina e mammasantissima del calcio in Sudamerica.

La serie è ideata da Armando Bo, premio Oscar per Birdman accanto a Alejandro González Iñárritu, ha l'indubbio pregio di mescolare i linguaggi cinematografici, tra commedia, thriller e docu-fiction. Pur caricata nei personaggi, alcuni dei quali di fantasia, la vicenda prende spunto dall'autentico «Fifa Gate» del 2015 che smascherò un giro di affari illegale per almeno 150 milioni di dollari tra sponsor, diritti televisivi con accuse di frode e riciclaggio ai maggiori dirigenti delle nazionali. Sprovveduto e maldestro, Sergio Jadue impara in fretta i meccanismi dell'arroganza del potere che da sfigatissimo outsider lo trasformano in corrotto uomo del Palazzo. Memorabili le riunioni dei grandi, tutti piuttosto vecchi, grassi, incravattati, seduti a cerchio per decidere i destini del pallone, riunioni molto simili a quelle dei capi nei film di mafia.

Non è indispensabile amare il calcio o esserne competenti per appassionarsi alla storia di El Presidente, da gustare in versione originale per apprezzare i differenti accenti e toni della lingua ispanica.

Bravissimo è Andres Parra, il protagonista, istrione con interessanti effetti comici involontari. È stata peraltro sottolineata la vicinanza, a tratti, con la serie Narcos, senza spargimenti di sangue, anche se a prevalere è il tono leggero e scanzonato. Non è memorabile ma si fa seguire volentieri.

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