Elise, campionessa olimpica di iella Da favorita a fallita in due edizioni

Elise, campionessa olimpica di iella Da favorita a fallita in due edizioni

Unamaledizione a cinque cerchi. Non può che essere così se di nome fai Elise Christie e hai un conto aperto, anzi apertissimo, con la sfortuna. Meglio partire da una premessa indispensabile: Elise Christie è una fuoriclasse dello short track. Coetanea e rivale di mille battaglie della nostra Arianna Fontana, la 27enne scozzese vanta un palmarès invidiabile per moltissime colleghe dei pattini: soltanto undici mesi fa, per esempio, la bionda di Livingston dominava i campionati del mondo di Rotterdam di short track. Tre medaglie d’oro, diciamo così, non si vincono per caso. Sulla scia di questi successi, la Christie si presentava a PyeongChang tra le papabili per la corona olimpica. Certo, se solo il destino non avesse deciso di mandare all’aria tutti i suoi progetti come già accaduto a Sochi. In Russia, infatti,fu un vero disastro. Elise fu squalificata in tre gare su tre del programma dello short track. Una beffa atroce ma, in fin dei conti, a vantaggio della Fontana. Destini opposti sulle sponde del Mar Nero: la nostra Arianna portò a casa tre medaglie, la Christie soltanto messaggi e minacce di morte dal web. Ma dopo aver incassato gli insulti – in primis, guarda caso, proprio dalla Corea, dove in molti non le avevano perdonato di aver ostacolo una loro connazionale - Elise ha reagito. Anzi, come dimostrano i tre ori mondiali del marzo scorso, la sua perseveranza è stata premiata e a PyeongChang, sua terza Olimpiade, è tornata più motivata, pugnace e con spirito di rivalsa. Peccato che la Dea bendata, suo malgrado, avrebbe escogitato un altro piano diabolico contro di lei. Prima di tutto, è arrivata la beffa dei 500 metri. Mai come questa volta la Christie si è avvicinata a quella tanto agognata e maledetta medaglia olimpica. Chiude la finale alle spalle di Fontana, van Kerkhof e Boutin, dunque giù dal podio, dunque con una medaglia sì, ma di legno. Per non parlare dei 1500 metri, altro sogno che, dopo un contatto con una cinese, si è infranto nelle barriere.

Una caduta che ha lasciato strascichi e un leggero problema alla caviglia destra. Ferita non solo nell’orgoglio ma pure nel fisico, adesso servirà un miracolo olimpico nei 1000. L’ultima gara, l’ultima speranza. Ce la farà? Intanto, Elise Christie è già la campionessa olimpica di sfortuna.

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