Il presidente siriano Bashar al Assad ha espresso la sua determinazione a sopprimere l'opposizione «con il pugno di ferro», dopo oltre due anni dall'inizio del conflitto in Siria. La crisi non sarà risolta se non con schiacciando il «terrorismo», ha affermato il capo dello Stato riferendosi ai ribelli che combattono il suo regime. «Nessuna soluzione si può trovare con il terrorismo, eccetto la repressione con mano di ferro», ha dichiarato Assad in un discorso alla televisione pubblica. Il dittatore ha parlato per circa 45 minuti e ha incoraggiato le forze armate a continuare a combattere i ribelli. «La crisi non sarà risolta che sul campo di battaglia», ha detto, spiegando che la Coalizione nazionale delle opposizioni è fallita e non avrà alcun ruolo da giocare nella ricerca di una soluzione per la fine del conflitto. Secondo Assad, la Coalizione «non è affidabile» ed è «al soldo di più di un paese del Golfo».
Poco prima del suo discorso, il presidente aveva condiviso un «iftar» - pasto di rottura del digiuno durante il mese di Ramadan - con personalità politiche e religiose della Siria, salutando il popolo siriano, che «si è schierato al fianco dell'esercito» e parlando degli ultimi sviluppi della crisi in Siria e degli eroici successi dell'esercito nella difesa del paese».
Intanto cresce nel Paese la preoccupazione per le sorti di Paolo Dall'Oglio, il gesuita romano scomparso nel Nord della Siria da una settimana, forse rapito da gruppi jihadisti operanti nell'area.
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