Le donne tunisine si sono messe alla guida della protesta contro il governo. Lo hanno fatto per difendere il loro ruolo nella società, contro il disegno che vorrebbe relativizzarlo, e hanno scelto di farlo nella giornata della festa nazionale che celebra la legge che oltre cinquant'anni fa sancì la piena parità fra i generi. Ieri sera, quando il clima torrido ha cominciato ad attenuarsi, in migliaia sono scesi in strada e, partendo da piazza Bab Saadoun, si sono messi lentamente in cammino verso il Bardo. A poco a poco la folla è diventata sempre più grande fino a superare le centomila persone. Gli slogan hanno avuto come bersaglio la maggioranza di governo (Ennahda, Ettakatol e Congresso per la Repubblica), ma soprattutto Ennahda, il partito islamico di Rached Gannouchi, accusato di volere riportare indietro di decenni la condizione femminile, in un'ottica di marginalizzazione che bene s'acconcia con la visione dell'Islam più chiuso.
A uscire sconfitto dalla sfida delle piazze è stata proprio Ennahda, che aveva organizzato anch'esso una manifestazione al femminile e che avrebbe dovuto raccogliere decine e decine di migliaia di adesioni: nonostante i molti bus fatti arrivare da fuori Tunisi è stato un flop.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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