Funerale con bara vuota «Chavez è morto a Cuba»

All'ultimo saluto a Hugo Chavez, presidente e «comandante» del Venezuela, sono arrivate delegazioni dai cinque continenti. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha vaneggiato sul «martire» attirandosi gli strali degli ayatollah più conservatori. L'ultimo dittatore europeo, il bielorusso Alexander Lukaschenko, ha baciato la bara. Raul Castro che non molla il potere a Cuba si è ritrovato con Felipe di Spagna, l'erede al trono. Nel variopinto mondo dei 30 capi di Stato che hanno reso omaggio a Chavez non poteva mancare la star di Hollywood Sean Penn, alfiere progressista. E l'inossidabile reverendo americano Jesse Jackson.
Dalla Russia sono arrivati pure gli «imbalsamatori». Chavez sarà trasformato in una mummia come Lenin e Mao ed esposto in un museo militare a due passi dal palazzo presidenziale che ha occupato per 14 anni.
La scomparsa di Chavez è stata gestita fin dalle prime ore a fini propagandistici con l'obiettivo di perpetuare il suo potere attraverso i delfini, come il vicepresidente Nicolas Maduro. Ieri sera, dopo i funerali di stato, a due passi dalla bara del «comandante», ha giurato come capo di stato ad interim, fino alle elezioni che dovrebbero venir fissate fra 30 giorni. La sceneggiata più incredibile si è svolta mercoledì fra ali di folla disperata che per 7 ore ha accompagnato in processione il feretro di Chavez. Secondo le fonti militari venezuelane del giornale spagnolo «Abc» la bara osannata dal popolo, davanti alle telecamere di mezzo mondo, era vuota. Il caudillo sarebbe morto a Cuba, dove tentavano di salvarlo in extremis ed il corpo fatto rientrare a Caracas in gran segreto.
Non a caso le telecamere si sono spente quando il finto feretro è arrivato all'Accademia militare, dove si è svolto ieri il funerale di stato. Secondo «Abc» il corpo di Chavez, giunto da Cuba, si trovava nei sotterranei dell'edificio ed è riapparso al pubblico in una bara di vetro. «L'inganno della processione costituisce una nuova messa in scena del governo, che si aggiunge alla lunga lista di bugie con le quali il chavismo ha riempito gli ultimi mesi della vita del leader» scrive con durezza il giornale spagnolo.
Ieri alle 16.30 italiane sono iniziati i solenni funerali. Il comandante «riposa» in uniforme militare e con il basco amaranto di paracadutista che lo rese famoso, ad inizio carriera, durante nel golpe del 1992. A rendergli omaggio c'erano i compagni di lotta in America Latina come l'ex guerrigliero sandinista Daniel Ortega, presidente del Nicaragua ed il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha concesso ospitalità al terrorista nostrano Cesare Battisti. In prima fila Rafael Correa, capo di stato dell'Ecuador, che sogna di prendere il posto di Chavez alla guida della sinistra latino americana anti Usa.
Il cubano Raul Castro, che considerava il presidente venezuelano come un figlioccio, ha montato la guardia d'onore al feretro. Il più incredibile è stato l'iraniano Ahmadeinejad in lacrime.

Nel messaggio di condoglianze è riuscito a scrivere che Chavez tornerà sulla Terra per riportare la giustizia con il dodicesimo Imam scomparso, mito degli sciiti e «a fianco del virtuoso Gesù Cristo».
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