L'India vuole cacciare l'ambasciatore

Il premier Singh: "Gravi conseguenze" se Latorre e Girone non tornano. Perquisita la sede di Finmeccanica

L'India vuole cacciare l'ambasciatore

India scatenata contro l'Italia per il caso marò. L'opposizione spara richieste di arresto di Latorre e Girone da parte dell'Interpol. Non solo: il nostro ambasciatore, Daniele Mancini, potrebbe venir espulso. E si infiamma anche il caso Finmeccanica con perquisizioni a Delhi, nella sede della società.
In Parlamento il premier, Manmohan Singh, ha annunciato «gravi conseguenze nelle nostre relazioni con l'Italia» se il nostro Paese «non mantiene la parola data e fa ritornare i marò a New Delhi». Singh ha accusato Roma di aver violato «le regole della diplomazia e messo in discussione un solenne impegno preso da un rappresentante del proprio governo». Si riferisce all'ambasciatore italiano, che ha firmato un affidavit in cui Roma si impegnava a far rientrare in India i marò.
Il governo di Delhi sta valutando la possibilità di revocargli l'immunità diplomatica. Gli indiani potrebbero espellerlo, come avremmo dovuto fare noi con l'ambasciatore di Delhi a Roma quando i marò furono arrestati lo scorso anno. «Non lascerò il Paese fino a quando le autorità competenti non mi dichiareranno persona non grata» ha ribadito ieri Mancini.
Oltre al fronte marò l'Italia è sotto tiro in India per l'inchiesta su Finmeccanica. Ieri la polizia criminale indiana (Cbi) ha perquisito la sede a Delhi del colosso della difesa e della sua controllata Agusta Westland. L'inchiesta riguarda la vendita di 12 elicotteri AW-101 venduti all'India e il sospetto che siano state pagate tangenti. In India sono indagate 12 persone compresi l'ex presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi e l'ex ad di AgustaWestland, Bruno Spagnolini. Fra i nomi eccellenti degli indiani coinvolti spicca l'ex comandante dell'aviazione militare S.P. Tyagi. La sua casa è stata perquisita come quella di Satish Bagrodia, fratello dell'ex ministro del Carbone.
«Finmeccanica ha sempre negato qualsiasi illegalità - dichiara al Giornale Stefano Tagliani a nome della società -. Una ventina di giorni fa abbiamo consegnato alla delegazione indiana giunta in Italia un incartamento con tutte le risposte dettagliate ai loro quesiti». La polizia criminale indiana, che ipotizza i reati di frode e cospirazione, ha confermato di aver ricevuto documenti dall'Italia e dal ministero della Difesa indiano cruciali per l'inchiesta.
Il Bjp, il partito nazionalista all'opposizione, ha cavalcato lo scandalo Finmeccanica e sta facendo lo stesso con i marò. Il presidente del partito induista, Rajinath Singh, vuole che Girone e Latorre siano ufficialmente, «dichiarati latitanti» e che «il governo indiano provi ad arrestarli chiedendo l'intervento dell'Interpol».
Un gruppo di militanti comunisti ha protestato ieri davanti all'ambasciata italiana a Delhi. L'ineffabile Oommen Chandy, governatore del Kerala, che ha trattenuto i fucilieri per un anno, si è visto con il premier Singh e la presidente del partito del Congresso al potere, Sonia Gandhi. I nazionalisti la attaccano per le sue origini italiane.

Chandy fa parte del suo partito, ma nel Kerala deve fronteggiare una forte opposizione comunista. Per questo ha giurato che «pure Sonia Gandhi pensa sia stato un grave errore da parte dell'Italia» trattenere in patria i marò.
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