Parigi - L'Eliseo «rispetta» la marea umana che ieri si è riversata a Parigi alla vigilia della discussione sulle unioni e adozioni gay ma va avanti nel progetto. La «Manif Pour Tous» si oppone al «Matrimonio per tutti» varato lo scorso novembre dal Consiglio dei ministri francese che approda in Parlamento per essere discusso in Assemblea nazionale dal 29 gennaio. Un corteo trasversale che ha costretto la capitale francese a chiudere sei fermate della metropolitana per la grande affluenza. La polizia parla di «portata eccezionale»: 340 mila persone, secondo la prefettura, confluite a Champs de Mars sotto la Tour Eiffel dove alcuni promotori hanno letto una lettera indirizzata al capo dello Stato chiedendo di «sospendere questo progetto che divide i francesi».
La novità principale che i socialisti vorrebbero introdurre è la riforma del Codice civile per la legalizzazione del matrimonio omosessuale e l'apertura all'adozione per le coppie gay. Una delle promesse elettorali di Hollande che rischia di infrangersi contro slogan e cartelli.
Il quotidiano Le Monde, già lo scorso novembre, quando il Consiglio dei ministri varò la prima bozza e la gente si riversò nelle piazze, aveva scritto: «Il governo ha sottovalutato l'ostilità di una parte dell'opinione pubblica al suo progetto di legge». Il premier, Jean-Marc Ayrault, fu costretto a consultare l'Assemblea Nazionale. Ora comincia il vero dibattito in Parlamento: 115 parlamentari centristi e neogollisti hanno già firmato l'appello di Henry Guaino, la plume di Sarkozy, per un referendum sul tema. Dunque la destra non dice «No» a priori. Ma teme un colpo di mano della maggioranza Ps da qui al 29 gennaio. Martedì Hollande ha preventivamente ricevuto all'Eliseo i leader delle grandi religioni per rassicurarli senza riuscirci. Un loro documento comune bocciava il proposito socialista. Ieri l'altra tegola: anche i rispettivi cartelli religiosi sono comparsi nella protesta che si dichiara indipendente, apolitica e aconfessionale con cattolici e musulmani, ebrei, ortodossi, valdesi e atei in piazza.
Perfino tra i deputati socialisti ci sono importanti distinzioni sul tema, in particolare sulle adozioni per le coppie omosessuali e in materia di procreazione assistita. E se, stando ai sondaggi, l'opinione pubblica francese sembra per poco più della metà d'accordo sulle unioni gay (56%), il "No" alle adozioni è invece più netto e spalmato su diverse simpatie politiche. Cosa farà, dunque, Hollande? Da questa settimana il testo si discute nelle aule del Parlamento e il presidente ha già fatto un piccola marcia indietro dando carta bianca all'Emiciclo per eventuali cambiamenti in corsa. Ma con 800 mila persone in piazza, secondo gli organizzatori, l'approvazione potrebbe slittare ancora.
Nel 1984, la mobilitazione contro la legge Savary - che prevedeva in sintesi la creazione di un grande sistema pubblico unificato e laico di educazione nazionale - costrinse François Mitterrand a ritirare il progetto che ridicolizzava le scuole cattoliche a causa dei sussidi. Avvenne 18 giorni dopo la seconda grande manifestazione a Parigi: 1 milione e 200mila persone in piazza. Oggi sono un po' meno, ma è una piazza trasversale. Mitterrand teneva a uno dei suoi 110 propositi elettorali ma alla fine dovette cedere.
Se Hollande vuole a tutti i costi diventare il nuovo Zapatero, alcuni dei suoi, in Parlamento, sono pronti a mostrare un sondaggio che spiega come solo il 71% dei simpatizzanti socialisti sia d'accordo sull'approvazione delle unioni gay. Non è una questione di omofobia, dicono invece nell'Ump, presente nei cortei con una folta rappresentanza insieme ai centristi. Ma di democrazia. Per la ministra della Sanità, Marisol Touraine, ci sono stati meno manifestanti di quanti si aspettassero. Il governo dunque va avanti.
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