Il faccia a faccia tra Papa Francesco e Vladimir Putin, il primo tra il presidente russo e il Pontefice argentino, dura trentacinque minuti. Poco più di mezz'ora per discutere di Medio Oriente, Siria e rapporti bilaterali. Un ponte per siglare un nuovo asse diplomatico tra Vaticano e Russia.
Putin è volato in Italia per 48 ore e non ha voluto rinunciare a un'udienza privata con Papa Bergoglio. Non è la prima visita a un Pontefice. Venne ricevuto da Giovanni Paolo II nel 2000 e nel 2003, e da Benedetto XVI nel 2007. Ma quella di ieri ha segnato decisamente una svolta nei rapporti tra i due Stati.
Il presidente è arrivato in Vaticano poco dopo le 17.30, con mezz'ora di ritardo rispetto al rigido protocollo dei Sacri Palazzi, a causa di un ritardo del volo. Una scorta di sette auto ha accompagnato il corteo presidenziale fino all'ingresso in una piazza San Pietro blindatissima. Poi la delegazione russa, composta tra gli altri dal ministro della Difesa Sergei Lavrov, da quello della Difesa Sergei Shoigu e dal vicepremier Arkady Dvorkovich, ha attraversato le stanze della Seconda Loggia del Palazzo Apostolico, fino al momento culminante dell'udienza, il dialogo privato tra Bergoglio e Putin.
«Durante i cordiali colloqui - ha riferito un comunicato della sala stampa vaticana - è stata prestata speciale attenzione al perseguimento della pace nel Medio Oriente e alla grave situazione in Siria». «È stata sottolineata l'urgenza di far cessare le violenze e di recare l'assistenza umanitaria necessaria alla popolazione, come pure di favorire iniziative concrete per una soluzione pacifica del conflitto che privilegi la via negoziale». Quello siriano è proprio il dossier che ha prodotto negli ultimi mesi un avvicinamento tra il Vaticano e la Russia. Mentre il presidente americano Barack Obama aveva infatti ipotizzato un intervento militare nel Paese mediorientale, il Papa aveva trovato in Putin una sponda decisiva. Bergoglio aveva inviato una lettera in occasione del G8 a San Pietroburgo condannando «l'inutile massacro» in Siria e aveva esortato i leader mondiali ad abbandonare «ogni vana pretesa di una soluzione militare». Lettera sulla quale ieri «Putin ha espresso ringraziamento».
Il Vaticano ha poi definito «cordiali» i colloqui tra Bergoglio e Putin e ha sottolineato il «compiacimento» espresso «per i buoni rapporti bilaterali».
Ma la notizia è arrivata addirittura prima dell'incontro nella Biblioteca privata del Papa. Il presidente russo, infatti, ha firmato ieri mattina una legge che vieta alcune pubblicità, tra cui quella dei servizi medici per abortire. Una mossa compiuta poco prima di volare in Vaticano e che segna un ulteriore sforzo da parte del Cremlino per restringere l'accesso all'interruzione volontaria della gravidanza e che si inserisce sullo sfondo di una battaglia per accrescere il tasso di natalità stagnante.
Un tema sul quale Putin si trova in linea con la Santa Sede, così come sulla «difesa e promozione dei valori riguardanti la dignità della persona, la tutela della vita umana e della famiglia», si legge ancora nella nota vaticana.
I rapporti tra Vaticano e Russia sono in via di miglioramento anche sul fronte del dialogo tra la Chiesa cattolica e il Patriarcato ortodosso di Mosca e di tutte le Russie. Il ruolo di «vescovo di Roma» più volte sottolineato dal Papa e l'importanza attribuita dallo stesso alla collegialità della Chiesa cattolica ha posto le basi per rapporti tra cattolici e ortodossi più distesi.
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