Si può obbligare l'internet provider a bloccare l'accesso ai siti pirata L'avvocato della Corte Ue

Non proprio una sentenza anti pirateria (sul web), ma comunque un passo avanti in questo senso: perché considera gli internet provider come intermediari tra i contenuti vietati e gli utenti e - quindi - li obbliga a intervenire, su richiesta del giudice. In pratica - è la conclusione dell'avvocato generale della Corte Ue Cruz Villalon - l'autorità giudiziaria può obbligare un internet provider a bloccare ai suoi clienti l'accesso a un sito che viola il diritto d'autore. Di fatto l'internet provider deve «collaborare» coi giudici per combattere la diffusione di musica e film piratati.
Le conclusioni dell'avvocato generale non sono vincolanti, ma in genere sono alla base di ciò che la Corte deciderà in futuro. Fino a ieri eravamo fermi alla sentenza, considerata pro pirateria, della Corte di giustizia del novembre 2011, per cui i giudici nazionali non possono imporre agli internet provider di applicare filtri per prevenire il download di contenuti illegali.

Ieri però Villalon ha specificato che si può però obbligarli a chiudere l'accesso a un sito che viola il copyright. Altrimenti sono complici di un reato, anche se non hanno alcun legame con i siti pirata; ma possono essere perseguiti se non soddisfano le richieste dei giudici.

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