Si riapre il giallo sulla fine di Arafat

Ora è ufficiale: la salma di Yasser Arafat, il leader palestinese morto in circostanze poco chiare in un ospedale parigino otto anni fa, sarà riesumata martedì prossimo per permettere l'esecuzione di test biologici. La data è stata comunicata dopo alcuni mesi che circolava la notizia dell'autorizzazione dei familiari del defunto raìs ad aprire la tomba, che si trova a Ramallah in Cisgiordania, allo scopo di avviare nuove indagini sulle cause del decesso.
Non è davvero un momento neutro per questo tipo di iniziativa, che cade proprio al termine delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza e quasi in contemporanea con la richiesta all'assemblea dell'Onu del presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen di riconoscere la Palestina come Stato, sia pure non membro delle Nazioni Unite. In soldoni, siccome è evidente l'intenzione di attribuire a Israele la morte di Arafat, l'iniziativa della vedova rischia di gettare nuova benzina su un Medio Oriente che si trova già sull'orlo di un incendio devastante.
Tecnicamente, martedì i resti di Yasser Arafat saranno riportati alla luce alla presenza dei magistrati francesi che indagano sulle cause del decesso del leader palestinese per eseguire un prelievo di tessuti. Su questi verranno effettuati esami per appurare se le accuse di avvelenamento da polonio circolate dopo la denuncia di Suha Arafat e la diffusione di un programma della televisione panaraba al-Jazeera sono fondate. L'indagine è affidata a un team specialistico franco-svizzero, che sarà supportato da tecnici russi.I campioni saranno esaminati nei Paesi di provenienza degli esperti, ha dichiarato in conferenza stampa Tawfik Tirawi, responsabile della commissione d'inchiesta palestinese, aggiungendo che per conoscere i risultati saranno probabilmente necessari mesi di attesa. Non è detto, tuttavia, che l'esito dissolva le incertezze sulla causa della morte di Arafat.

Il polonio, con cui molti credono sia stato avvelenato (e che nel 2006 provocò la morte dell'ex 007 russo Alexander Litvinenko dopo un tè radioattivo bevuto in un bar di Londra), si dissolve rapidamente senza lasciare traccia e gli esperti sono divisi sul fatto che le tracce rimaste nel cadavere a otto anni di distanza dal decesso possano bastare a far giungere a conclusioni certe.

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