In Europa Piazza Affari è la regina dei dividendi

Il rendimento medio è stato del 3,6%, con una crescita del 37% nell’ultimo biennio

In Europa Piazza Affari è la regina dei dividendi

da Milano

Gli investitori che hanno puntato su Piazza Affari possono dirsi soddisfatti: le aziende quotate alla Borsa di Milano sono infatti risultate le più generose in Europa nella distribuzione di dividendi. A decretare la leadership a livello continentale del mercato italiano è un’analisi di Standard & Poor’s in cui vengono messi a confronto i “fondamentali” di 17 listini europei, in particolare quelli che fanno parte dello Standard & Poor’s 350. Per intenderci, si tratta dell’indice di riferimento che raggruppa le “prime della classe“, le cosiddette blue chip: titoli a forte capitalizzazione, generalmente poco speculativi e più adatti a perseguire l’obiettivo di un rendimento costante.
Ebbene, secondo la classifica dell’agenzia di valutazione americana, lo S&P/Mib (lanciato nel giugno 2003 da Borsa Italiana e da S&P per sostituire il Mib30), è l’indice migliore in termini di rendimento da dividendi, con un pay out (il rapporto delle cedole distribuite ai soci rispetto agli utili realizzati) del 3,649%. Un valore migliore della media europea (3,038%) e superiore a quanto garantito dalla Borsa di Londra, che si piazza al secondo posto con un 3,511%, da Madrid (3,369%), Lisbona (3,349%) e da Parigi (3,099%). La Borsa tedesca si colloca al di sotto della media (2,223%), mentre il fanalino di coda è l’Austria con appena uno 0,823% di rendimento garantito agli azionisti.
Lo studio rileva inoltre che la performance del mercato italiano non è un fatto episodico, ma va collocato all’interno di un trend biennale, periodo in cui il tasso di remunerazione non è mai sceso al di sotto del 3%. Non solo. Tra il febbraio 2004 e il febbraio di quest’anno lo S&P/Mib è stato anche l’indice con il più elevato ritmo di crescita (più 37%).
È evidente come alla crescita dei rendimenti abbiano contribuito in modo decisivo i ricchi dividendi erogati da colossi come Eni (più 4,8% rispetto al 2004) e soprattutto Enel (più 6,3%), ovvero dei gruppi energetici che hanno beneficiato dei rincari dei prezzi energetici. Eudald Canadell, direttore esecutivo della divisione indici di S&P, individua comunque anche un altro elemento vincente per l’Italia: «Il tasso più elevato di remunerazione dell’indice S&P/Mib riflette il buon equilibrio dei titoli blue chip che si quotano e vengono scambiati in Italia».


La ricerca di S&P conferma il momento positivo della Borsa italiana, già posto in evidenza da recenti calcoli in base ai quali le società quotate hanno archiviato il 2005 con profitti per 41 miliardi di euro, oltre il 60% in più rispetto all’esercizio precedente. Una ricca messe di utili che finirà in parte anche nelle tasche degli azionisti, cui saranno destinati circa 20 miliardi di dividendi.

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