FAVOREVOLE STEFANENKO

Roma. Italiani brava gente? I soliti cafoni che si fanno sempre riconoscere? Dilettanti in viaggio? Esagerati ma di buon cuore? Siamo veramente quelli che «suonano» più spesso ai metal detector degli aeroporti come recita una didascalia di Italians? «Ma sì certo, siete proprio così!».
Cara Natasha Stefanenko, grazie a nome di tutti gli «italians».
«Ma guardi che va bene così, io vi adoro per questo».
Grazie di nuovo allora...
«Ma sono io a ringraziare voi. Gli italiani che sono arrivati da noi in Russia hanno portato un sacco di idee, il made in Italy, la creatività e sono dei grandi lavoratori. Oltretutto sono solari e simpatici e se fanno un po’ di casino a me non dà fastidio, anzi. Mi piacete così tanto che sono diventata un po’ italiana anch’io, suono sempre ai metal detector tra telefonini e altre diavolerie. Inoltre sono diventata molto eccessiva, rido sempre e sono, come voi, molto solare. In Russia sono più tristi e per questo mi prendono per matta».
Lei ha casa anche a Mosca, lì come ci vedono?
«All’inizio non sopportano la solarità e l’essere casinari degli italiani. Lo sperimento sulla mia pelle, magari sorrido molto e mi dicono “ma che hai da ridere?”. Perché un russo appena ti conosce sta molto sulle sue. Mi trovano eccessivamente esuberante ma poi alla fine mi cercano. Trascino la gente, proprio come fate voi».
Un aneddoto sugli italiani all’estero?
«Si fanno subito riconoscere, urlano in italiano pensando che alzando la voce uno li capisca di più. Poi si mettono a gesticolare, cosa che io adoro mentre in Russia è da maleducati, e alla fine si fanno sempre capire».


L’episodio con Carlo Verdone è ambientato proprio in Russia e si parla molto di italiani in cerca di donne.
«E anche per questo vi adoro. Da voi c’è il culto della donna, della femminilità e della bellezza. Qui gli uomini non apprezzano allo stesso modo le donne mentre da voi mi sento molto amata».

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