Nell'immediato futuro del gruppo Ferretti, acquisito dal colosso cinese Shandong Heavy Industry Group-Weichai Group, c'è la costruzione di un nuovo cantiere a Qingdao, nella provincia dello Shandong. Era prevedibile. È il prezzo che il made in Italy - non solo nella nautica - è costretto a pagare alla crisi più lunga e devastante di tutti i tempi vendendo i suoi gioielli.
Lo riferisce il China Daily in un'intervista a Tan Xuguang, presidente del gruppo di Forlì e di Shig-Weichai che controlla Ferretti per il 75%. «La società - si legge nell'intervista - sta valutando di aprire un impianto a Qingdao, nel quale verranno costruite in maniera personalizzata le imbarcazioni destinate al mercato locale». Tan Xuguang ha aggiunto, tra l'altro, che «Ferretti prevede di aumentare le vendite nei mercati emergenti: Cina, Brasile e Russia».
Com'è noto, nel gennaio scorso Shandong Heavy, il più grande produttore cinese di bulldozer, ha acquistato il 75% dell'azienda - fondata da Norberto Ferretti - dai creditori per 178 milioni di euro.
Ma c'è di più. Nella sua lunga intervista al quotidiano cinese, infatti, Tan Xuguang ha lasciato chiaramente intendere che il suo gruppo «sta studiando la possibilità di un ingresso nel mercato dei motori marini». Un'altra tegola sulla vecchia Europa se è vero che quando un cinese «studia» significa che il progetto è già verso la metà dell'opera. Continua quindi l'aggressione alle nostre eccellenze e a quelle continentali. E l'Italia? L'Italia sta a guardare, forte della sua politica fatta di rigore, pressione fiscale e caccia alle streghe.
Intanto il gruppo Ferretti si prepara alla nuova stagione nautica e ai saloni autunnali.
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