Cataloghi, documenti, statuti. Manifesti, cartelloni e soprattutto splendide fotografie che raccontano un tassello importante della storia di Milano: la sua Fiera. Questa mattina sinaugura ufficialmente larchivio storico della Fondazione Fiera Milano, in largo Domodossola, a ridosso dellarea che sarà occupata dal parco del progetto Citylife. Guarderà al futuro dunque, ma custodirà il glorioso passato che dal 1916, anno della prima Campionaria a Milano, ha inciso profondamente sui mutamenti della nostra metropoli. Per tutto il fine settimana larchivio sarà aperto al pubblico e da lunedì è a disposizione di studiosi e appassionati (ore 14-18 telefonando allo 02/49976771) mentre una selezione di trecento immagini è disponibile on line (www.fondazionefieramilano.it). Celebra liniziativa il convegno «La memoria dimpresa: specchio dei tempi», che questa mattina ospita, tra gli altri, il neoassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, Luigi Roth, presidente di Fondazione Fiera Milano, lo storico Valerio Castronovo, Michele Perini, presidente di Fiera Milano e Marina Messina, soprintendente archivistica della Regione Lombardia.
Larchivio storico, esempio di quei musei dimpresa che si adoperano per conservare le tracce della cultura industriale del nostro Paese, comprende cataloghi, documenti, verbali. «Ma anche vecchi libri mastri vergati a mano e manifesti fieristici che sono lo spaccato di unepoca», spiega Roth, che ha fortemente voluto lapertura dellarchivio. Suddiviso in cinque sezioni, comprende 135mila fotografie che testimoniano il percorso imprenditoriale italiano dagli anni 20 agli anni 90 e che raccontano di spazi, allestimenti, campagne di comunicazione, scambi commerciali profondamente diversi con il passare del tempo. Si comincia con la prima Campionaria (così chiamata perché esponeva le merci «per campioni»), allindomani della fine della Grande Guerra, e si arriva sino ai giorni nostri. Vi sono suggestivi (e rari) scatti della prima Campionaria Internazionale dellaprile del 20 lungo i Bastioni di Porta Venezia, con padiglioni costruiti da baracche di legno usate per ospitare i profughi di guerra. Le aziende poi cominciano a investire (la Cinzano creò stand in stile Liberty per imitare i chioschi cittadini) e, dagli anni 50, furono esposti allaperto i grandi prodotti della meccanica, come testimoniano le sorprendenti foto dei padiglioni della Breda. Manifesti, persino calendari e almanacchi, per non parlare di filmati, registrazioni e oggetti promozionali hanno scandito la storia della fiera milanese e ora sono conservati nellarchivio. Scorrendo le fotografie, che parlano di cantieri, di commerci e di un attivismo tutto milanese, possiamo ricostruire la storia della fiera che approda in piazza dArmi nel 23, subisce ingenti danni durante la Seconda Guerra Mondiale, si rimbocca le maniche e insegue il boom economico degli anni 60.
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