Caro direttore,
io e la mia famiglia stiamo valutando dove andare al mare. Ho visto su una rivista la pubblicità, fatta dalla Regione, di una nota località marina (non la cito appositamente, non è la località specifica il punto, ma un discorso più ampio) dove si diceva espressamente che i bambini avrebbero avuto ospitalità gratuita nelle strutture alberghiere. Non veniva specificato nessun periodo o restrizione particolare per questa «promozione». Ebbene, ho contattato via mail tutti gli alberghi presenti sul sito: quasi nessuno applicava la gratuità per i bambini. Anzi, mi hanno anche chiesto dove lo avevo letto, quasi non avessero deciso loro di farsi pubblicità anche su questo canale.
Mi chiedo se non esistano delle normative in merito: il detto «carta canta» ha smesso di avere un senso? E, soprattutto, omettere dei dettagli importanti è legale? Si parla spesso di pubblicità ingannevole, ma esistono delle normative e delle moratorie a riguardo, o è «normale» che ognuno scriva ciò che vuole per attirare il cliente?
Ultima nota: in tutte le strutture, anche se mancano pochi giorni, cera disponibilità. Il perché mi sembra ovvio, dati i prezzi elevati e il conseguente salasso per le famiglie con figli (che quasi sempre in Italia ad agosto pagano prezzo pieno, anche solo dai 2 anni in su).
Non converrebbe comunque agli albergatori praticare tariffe più commisurate agli stipendi di noi poveri italiani costretti ad andare in ferie ad agosto, piuttosto che arroccarsi su queste posizioni e tenere gli alberghi mezzi vuoti? Devo dire che alla fine andrò lo stesso in uno di questi alberghi, visto che almeno - non potendo usufruire dellofferta promessa e pubblicizzata - mi ha fatto uno sconto ulteriore sulla tariffa per la mia bambina. Però credo che non vada bene così, come consumatore mi sento buggerata, io come molti altri. E credo che lunico modo per reagire a questa ingiustizia sarebbe un boicottaggio massiccio e di massa, per dare una svolta a una situazione davvero imbarazzante.
Andare allestero, dove spesso i bambini sono gratuiti con buona pace delle nostre povere tasche, può essere una soluzione per il singolo cliente, ma crea problemi ulteriori alle entrate del turismo che poi si ritorcono su tutti noi, come sempre del resto!
Cara Ilaria,
ha ragione a protestare, però forse il boicottaggio degli hotel o le vacanze forzate allestero sono una misura un po troppo severa (anche perché: siamo sicuri che negli altri Paesi non ci siano i furbetti dello sconticino?). È vero, pubblicizzare offerte o servizi che poi non vengono dati è una scorrettezza da punire, anche perché pesa sui bilanci già difficili delle famiglie italiane.
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