Nautica

La filiera nautica volano economico dei territori

Convegno Wista Italia, Albertoni: «Tutto vano se non si colma il gap infrastrutturale con Francia e Spagna»

La filiera nautica volano economico dei territori

di Andrea B. Nardi

Ha riscosso consensi, martedì scorso a Genova (Palazzo San Giorgio), il convegno «Commercial and Pleausure Yachts: stato di diritto e stato di fatto», organizzato da Wista Italia, al quale ha partecipato anche il presidente di Ucina-Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni. L’iniziativa è stata spiegata da Maria Gloria Giani, presidente dell’associazione internazionale donne dello shipping, che conta filiali in 64 Paesi: «Wista - ha esordito - ha dedicato una tavola rotonda per focalizzare varie problematiche del settore nautico, in un confronto fra istituzioni e operatori professionali. L’importanza economica di questo settore è moltiplicata dalla sua ricaduta nei tessuti cittadini dove operano le categorie, e tale aspetto è quasi ignorato, mentre spesso la rigidità delle norme è il vero e proprio ostacolo». Dal canto suo Albertoni ha sottolineato come «La grande nautica può essere un importantissimo volano economico per i nostri territori, ma per renderlo concreto è necessario colmare il gap infrastrutturale. Il recentissimo disegno di legge di riforma della 84/94 è un’occasione da cogliere al volo». Poi il presidente si è soffermato sull’insufficiente accoglienza portuale delle nostre coste: 1 porto ogni 14,2 km, contro 1 ogni 8 km in Francia e ogni 6,5 km in Spagna. Ancora più deludente i dati dei posti barca: 19,72 posti per km in Italia, 72,02 in Francia, 50,68 in Spagna. «Per questo Ucina - ha aggiunto Albertoni - ha chiesto e ottenuto che nel ddl di riforma della legge 84/94 fosse inserito un comma per la destinazione alla nautica da diporto delle aree sotto utilizzate dei porti commerciali. Con ciò stimiamo di ricavare 15-18mila posti barca, con un gettito Iva di oltre 50 milioni di euro, il tutto solo grazie a investimenti privati. Tuttavia l’ostacolo allo sviluppo del settore è oggi rappresentato dalla frammentazione della competenza normativa delegata alle Regioni. L’imminente federalismo demaniale però, se opportunamente strutturato, può rappresentare un’occasione di crescita».

Il presidente di Assonat, Luciano Serra, ha poi illustrato il federalismo demaniale, che potrebbe snellire alcune istanze relative ai porti, mentre l’ammiraglio Angrisano, capo del II Reparto Affari Giuridici e Servizi di Istituto Comando Generale Capitaneria di Porto, ha dato una risposta istituzionale e si è reso disponibile a un dialogo aperto verso coloro che operano nel settore.

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