«Film di fantasia uccisi dall’ideologia»

«No! Noi italiani non facciamo il fantasy per una questione di soldi mancanti, ma di abito mentale! C’è troppa ideologia nel cinema “due-camere-e-cucina”, improntato al “politicamente corretto”!». Lo ha detto ieri a Roma Sergio Castellitto alla presentazione delle Cronache di Narnia, uscito allo scoperto (può farlo, da veterano di talento), per denunciare vizi e vezzi del decantato cinema nostrano. Lanciato nell’empireo internazionale, conscio del proprio apporto al buon esito del film di Andrew Adamson, l’interprete romano ha giustamente replicato alla solita solfa, che vorrebbe «di destra» il genere ispirato ai romanzi di Tolkien o di Lewis. Il siparietto rischiava di abbassare il tono professionale dell’incontro (non certo per volontà degli attori, ma per il gusto di polemizzare sul ministro Tremonti, costretto a tagliare le spese) e, più genericamente, su una presunta pericolosa astrattezza del genere preferito dai più giovani, quando Castellitto ha tagliato corto. «La fantasia, sganciata dall’ideologia, è più democratica. Di fatto, in Italia, i film fantasy li fa Bellocchio, vedi “Il regista di matrimoni, che ho fatto io”».

Da parte sua, Pierfrancesco Favino rincara: «Se qui facciamo un film con due poliziotti, di cui uno corrotto, arriva subito il sindacato di Polizia e ci fa chiudere! Il nostro “fantasy”, al massimo, è Pinocchio». Celebrità scatenate: era ora.

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