Il Popolo della libertà ha preso ufficialmente posizione per il «no» al piano. «Ha luci e ombre. Ogni giorno le luci sono più deboli e le ombre più forti», ha sintetizzato Gianfranco Fini. Silvio Berlusconi considera la cessione di Alitalia ai francesi come «uno smacco per lItalia e per limmagine del Paese. Quando andremo al governo faranno ricadere su di noi i danni, a partire dagli esuberi». La contrarietà alla vendita di Alitalia, ha assicurato il candidato premier del Pdl, è stata comunicata alle parti che stanno conducendo la trattativa.
Quello che è certo è che, comunque vada la trattativa, gli effetti ricadranno sul prossimo governo. Se Silvio Berlusconi tornerà a palazzo Chigi dovrà confrontarsi con la crisi economica ma anche con la vicenda Alitalia che si ingarbuglia di ora in ora. E allora, in più ambienti del Pdl si comincia a sussurrare una parola che in altri momenti era stata un tabù. «Che decida il mercato - dicono più esponenti del Partito della Libertà - E se Alitalia deve fallire, così sia».
Berlusconi, insomma, non vuole «intestarsi» il ruolo di quello che ha affondato la compagnia di bandiera. E soprattutto non vuole dare il «colpo di grazia» allhub di Malpensa, troppo caro alla Lega e a quella parte lombarda di Forza Italia (Formigoni e Moratti) che già fa le barricate.
Una posizione che se allinizio era soltanto la Lega, oggi è anche quella di Alleanza nazionale. «Ha ragione Bonanni, è demenziale come il Governo sta portando avanti la trattativa» con Air France su Alitalia. Ho già detto che ci sono luci e ombre sul piano Air France. Ogni giorno le luci sono più deboli, le ombre più forti. Sono ombre molto pesanti - prosegue Fini - basta pensare ai 10 centesimi per azione e ai 7mila esuberi. Le luci restano, quelle del marchio italiano e del diritto di veto dei membri italiani del Cda».
Sulla stessa lunghezza donda anche la Lega. Dice apertamente Roberto Calderoli.
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