Fonti rinnovabili come opportunità per lo sviluppo

Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (Fer) rappresenta sempre un’opportunità, sia in termini economici che ambientali. L’Italia è uno dei Paesi dove le politiche a sostegno delle Fer sono partite prima, con risultati, tuttavia, contraddittori e nonostante un sistema di incentivazione tra i più generosi in Europa. Le politiche devono migliorare, in particolare dopo l’approvazione del pacchetto clima energia, meglio noto come 20-20-20, definitivamente approvato con le direttive dell’aprile 2009. L’Italia dovrà abbassare entro il 2020 del 13% le sue emissioni di gas serra rispetto al livello del 2005 e raggiungere una produzione da fonti energetiche rinnovabili pari al 17% dei consumi finali sempre al 2020.
Si tratta di obiettivi per la prima volta vincolanti e che, per essere raggiunti, necessitano di uno sforzo senza precedenti, a partire dal superamento delle difficoltà emerse negli ultimi anni. Lo studio «Le condizioni necessarie per lo sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese», condotto congiuntamente da Legambiente e da NE-Nomisma Energia, è stato dedicato proprio all’analisi dei principali ostacoli che impediscono un maggiore sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili nella Penisola. Secondo la ricerca, presentata al convegno «Verso un’energia sostenibile: le sfide dell’innovazione tecnologica nel mix energetico del futuro», organizzato da E.ON presso il Nucleo Idroelettrico della società a Terni, le maggiori difficoltà sono di carattere amministrativo e autorizzativo oltre che economiche, per le incertezze del sistema di incentivi, con crescente rischiosità degli investimenti.
Un capitolo importante dello studio è stato dedicato alle reti elettriche, divenute negli anni sinonimo di barriera per effetto delle difficoltà di allacciamento degli impianti. Il problema è presente in tutti i Paesi, ma In Italia la questione è aggravata da problemi autorizzativi e da uno sviluppo degli impianti che ha interessato aree interne con linee elettriche inadeguate, che causano distacchi e non permettono di ritirare tutta l’energia che si potrebbe produrre, con evidente spreco economico e di energia pulita. Lo sviluppo delle Fer richiede un profondo cambiamento nella gestione e programmazione della rete elettrica nazionale. Non è facile coniugare entro il 2020, in un contesto di mercato liberalizzato con tanti attori grandi e piccoli, progetti da fonti diverse e con esigenze differenti di immissione di energia elettrica. Basti ricordare che negli ultimi dieci anni sono entrati in esercizio oltre 1.000 impianti tra eolici, a biomasse e biogas, oltre 300 impianti idroelettrici, 80mila fotovoltaici, ognuno di questi distribuito secondo logiche diverse nel territorio italiano. Lo studio Legambiente e da NE-Nomisma Energia ha peraltro messo in luce come gli ambiziosi obiettivi che l’Italia dovrà raggiungere al 2020, in termini di riduzione delle emissioni di gas serra e di maggiore produzione da rinnovabili, richiedono una più ampia integrazione con le politiche degli altri Paesi Europei al fine di favorire una maggiore vocazione di ciascun Paese per le diverse fonti rinnovabili.

Per superare le problematiche collegate ai ritardi autorizzativi, lo studio sottolinea come occorra creare un contesto di regole chiare e condivise ai diversi livelli amministrativi, mentre al fine di garantire redditività degli investimenti nel lungo termine, si propone una riforma del sistema di incentivi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica