Frittata Udinese: vince il Barça friulani eliminati

I catalani passano nel finale. A Cosmi rimane solo l’Uefa

Paolo Marchi

nostro inviato a Udine

Udinese fuori dalla Champions, promosso il Werder Brema, e in fondo è giusto così perché, contro un Barcellona dolce e morbido, in vacanza (gran gioco il suo per un’ottantina di minuti ma senza rabbia e furore), i friulani hanno scelto fin dal via di rinunciare a giocare, hanno puntato tutto sullo 0 a 0 che avrebbe reso inutile il successo tedesco sul Panathinaikos. Peccato che sia difficile costruire qualcosa di solido sul nulla. E qualcosa deve essere scattato anche nelle teste dei catalani, probabilmente infastiditi da due entrate dure e gratuite di Vidigal e Obodo e dalla ola festosa dei tifosi. Si devono essere chiesti se i friulani si meritavano tanta grazia e così, dopo due legni (Giuly all’11’ e al 41’ pt), dopo aver dimostrato cento volte che, pur se in edizione gita, potevano arrivare senza fatica a tu per tu con De Sanctis, hanno pure confezionato due reti.
Catalani privi degli infortunati Eto’o, Van Bommel, Xavi e Motta, con Ronaldinho a casa a rilassarsi, Messi e Valdes (portiere titolare) in panchina. Di primo piano in pratica la difesa e Deco. Cosmi recuperava Iaquinta, senza mai riuscire a dare una sveglia ai suoi, lenti, imprecisi e impacciati. I bianconeri hanno solo cercato di addormentare il ritmo per evitare brutte sorprese nonostante il Werder avesse subito disintegrato il Panathinaikos (1-0 in apertura, 3-0 alla mezz’ora, 5-1 al 90’). Possibile non cambiare? Possibile se non si ha una statura da Champions.
Il Barça, in orribile divisa gialla, si è disposto con intelligenza, più veloce nel far girare il pallone, più equilibrato, insomma una squadra contro undici timorosi di fallire il match in fondo più facile. Basti dire che a metà ripresa gli spagnoli hanno interrotto una melina a centrocampo per permettere a Cosmi di effettuare il cambio tra Muntari e Mauri. Quando lo si è mai visto in un vero incontro? In Italia sarebbe anche difficile vedere un momento come quello all’11’ quando, mancato il tiro Sensini, con Puyol a terra dolorante, i suoi compagni sono scattati lo stesso in contropiede portando Giuly solo davanti a De Sanctis: saetta e traversa piena. E il Barcellona arriverà vicinissimo al gol anche al 37’ con Deco e al 41’ di nuovo con Giuly (palo).
Più rilassato il secondo tempo. Una nota appena, per il guizzo di Belletti che al 15’ entrava in area da destra, con tiro sul fondo di un niente. E l’Udinese? Nulla che abbia a che fare con una trama logica.

Iaquinta chiedeva il cambio verso la mezz’ora, una parvenza di schema era più o meno il lancio lungo ma senza intelligenza (bene Di Michele al 36’) e, davanti al più docile degli avversari, Vidigal e Obodo riuscivano pure a farsi ammonire per un paio di entratacce. E quando il pubblico iniziava a far festa, Ezquerro e Iniesta facevano a tutti la festa.

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