«Il Genoa deve dire grazie al Balla E sperare che resti»

«Il Genoa deve dire grazie al Balla E sperare che resti»

Caro direttore, ho sinceramente apprezzato il tuo editoriale sul derby perché con la vivace schiettezza che è propria del tuo stile hai voluto riconoscere a Davide Ballardini l’onestà e la professionalità che gli è dovuta.
La vittoria per la seconda volta consecutiva del derby, davvero un record tutto di Ballardini, e quel gol al novantaseiesimo ha mandato in fumo tutti i sospetti che i maligni agitavano per screditare il Genoa.
L’allenatore del Genoa già per le sue capacità professionali mi sembrerebbe meritorio di encomio ma per me, che da sempre mi batto per valorizzare l’onestà e la trasparenza, il suo rigore e la sua serietà morale, da te caro direttore ben sottolineata, sono un motivo non meno importante per sperare che resti a Genova.
Lo sport deve rappresentare per tutti ma soprattutto per i più giovani, e dico questo anche da papà di tre bambini, un esempio sano ed appassionato. Quando c’è una persona che rappresenta questi valori, ovviamente affiancati da valide capacità tecniche, teniamocela stretta perché è anche grazie agli insegnamenti che ogni giorno trasmettiamo che potremo davvero costruire un’Italia migliore per tutti noi. Ringraziandoti per la tua attenzione porgo i miei più cari saluti a te ed a tutti i lettori del «nostro» Giornale.
capogruppo Pdl in Regione
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Questa della squadra offesa con i tifosi è un’esagerazione che i giocatori per primi dovrebbero capire guardando il film della loro prova (con qualche buona eccezione), il livello e la condizione psicologica dell’avversario, la qualità complessiva del loro calcio. Per un pubblico che ancora la sovrasta per passione e attaccamento. Invece di farsi forti di una vittoria insperata e immeritata proviamo a immaginare la stessa partita finire in parità (senza la solitaria fantastica prodezza di Boselli): allora si sarebbe detto di una squadra (nel II tempo) improvvisamente rinunciataria, appena dopo l’interruzione dei fumogeni, lenta, con i centrali che inzuccavano regolarmente passaggi al nemico, capace di regalare un’intera metà campo alla Samp senza che nessuna pressione pericolosa ci preoccupasse (due tiracci alti di disperazione), troppo nervosa e - non bastasse - capace di farsi del male da sola con una papera che già conoscevamo. E che a tutti dispiace per la qualità umana e professionale di Eduardo. Il popolo genoano si è solo limitato a leggere una situazione che la settimana aveva avvelenato più che di sciocchi sospetti (non ne vedo l’ombra per carità) della crescente aspettativa che il Genoa confermasse la lucida intensità che proprio i suoi senatori ci avevano regalato almeno nei derby. Tutto avrebbe spazzato via, a cominciare da quell’inutile sgarbo al suo pubblico straordinario, anche una gara perduta (francamente è difficile immaginarlo, data la condizione della Samp) ma condotta con molta più generosità.
Tonino Bettanini
portavoce

del ministro Frattini

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Caro Massimiliano, il risultato sportivo del Genoa in quest’annata è andato, per come si era messa, ben al di là delle più rosee aspettative.
La rosa dei calciatori era più che degna, ma l’incidente di percorso dell’esonero di Gianpiero Gasperini è stato un trauma che avrebbe potuto avere ben altre conseguenze tecniche ed economiche per la società e per tutti i tifosi.
Non l’ha avuto perché il presidente Enrico Preziosi ha portato sul ponte di comando una persona seria ed un allenatore di qualità il Signor Davide Ballardini. Non era facile subentrare in corsa dopo che l’allenatore precedente aveva segnato un ciclo fortunato per il Grifone. Non era facile a livello psicologico entrare nel «mondo Genoa» fatto di tanto entusiasmo e di mille aspettative, alcune centrate altre no. Detto in due parole, non era facile diventare l’allenatore del Genoa 1893 nel pieno di una stagione. Diciamo la verità, Gianpiero Gasperini era stato anche un po’ divinizzato forse anche più in la dei risultati raggiunti. In questi ultimi anni Preziosi gli aveva messo a disposizione fior fiore di giocatori, tra i quali molti «bruciati» dal Mister sono rifioriti in altri lidi. Mentre Ballardini è ripartito, con tutto il rispetto, da Destro e Paloschi ragazzi molto giovani dalle grandi prospettive senza dire ba. Ha reimpostato la squadra praticamente senza mai resettare il tutto, ma nel solco del lavoro. Appunto Ballardini lavora e non parla, parla poco a volte sembrando un allenatore anni ’70 quelli che parlavano poco, ma che in campo davano l’anima per i propri ragazzi.
Comunque vada a finire il Genoa deve dire grazie a questo romagnolo che ha traghettato la squadra da capitano di lungo corso con trasparenza, serietà e capacità sul campo.
Oggi ci sono due categorie di Mister, quelli che sanno stare in campo e quelli che sanno stare meglio fuori dal campo grazie al potere mediatico.

Ballardini appartiene a pieno titolo alla prima categoria, e buon per noi, altri appartengono al mondo dell’immagine fatto di parole, tante parole. Forse il torto del Mister è quello di far apparire tutto come «normale», già ma a volte dalle nostre parti la normalità vuol dire eccezione.
Gian Luca Fois
membro del direttivo Pdl Liguria

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