Il Carlo Felice «stecca», il sovrintendente riflette

Il Carlo Felice «stecca», il sovrintendente riflette

Siamo sinceri: nella perenne bufera che affligge il Carlo Felice, il concerto della Palestine Youth Orchestra (PYO) di domenica prossima sembra quasi paradossale. Uno di quei brevi spiragli di luce che non illudono mai troppo. Il clima infatti non accenna a migliorare: il Cda prima blocca la stagione, poi (l'ultima riunione è di martedì scorso) dà il via libera a due titoli striminziti per l'inverno - signori titoli, ci mancherebbe, se rimangono i due verdiani proposti, e cioè «Macbeth» e «Traviata» (su «Rigoletto» e «Otello» ancora non si sa nulla di preciso) - ma pur sempre due.
Troppo pochi per il cartellone di un teatro dell'opera del calibro del Carlo Felice, nonostante siano da aggiungere le recite mancanti di «Turandot» e quelle di «Don Giovanni», opera in coproduzione con l'Opera Giocosa e già andata in scena a Savona; anche perché per ottenere il FUS (Fondo Unico dello Spettacolo) è necessaria una programmazione artistica di una certa consistenza.
A tutto questo si aggiunga il valzer macabro degli sponsor che vanno, (non vengono), saltano - l'addio di Finmeccanica pare essere definitivo - e la sempre più minacciosa spada di Damocle della rovina definitiva, visto che i contratti di solidarietà sono in scadenza, che alcuni lavoratori sono di nuovo sul piede di guerra, che i contributi privati sono, anche loro, ballerini.
Risultato: un passivo non indifferente e un indebitamento strutturale assai preoccupante. Insomma, un circolo vizioso da cui è difficile uscire e un grosso punto interrogativo sul futuro. Si può allora davvero parlare di crisi? «No, più che crisi questo è un momento di riflessione - sottolinea il sovrintendente Giovanni Pacor - non siamo messi peggio di altri teatri italiani, e per quanto riguarda i titoli stiamo aspettando tutti di sapere se avremo i sovvenzionamenti per rimpinguare il cartellone. La nostra stagione c'è, e sicuramente la presenteremo a breve. Semplicemente dobbiamo fare scelte oculate e soprattutto non possiamo fare miracoli».
E allora prendiamone atto e lasciamo «riflettere» i vertici del teatro. Intanto proviamo a guardare avanti, partendo da questo evento offerto alla città dalla PYO. Il progetto, realizzato dall'Edward Said National Conservatory of Music e dal Conservatorio «Niccolò Paganini» di Genova, con la collaborazione di numerose Istituzioni e Associazioni, ha ricevuto il patrocinio della Commissione nazionale italiana dell'UNESCO per l'alto valore artistico e sociale dell'iniziativa. I sessanta musicisti di questa orchestra giovanile, che ha membri giovanissimi, addirittura di 14 anni, insieme ad altri venti colleghi italiani (conservatori di Genova e Roma), si esibiranno appunto al Carlo Felice domenica 29 (ore 20.30, ingresso libero fino ad esaurimento posti) nell'ambito della loro prima tournée italiana.
In programma, brani tratti dal grande repertorio sinfonico classico e musiche di compositori palestinesi ed arabi.


Nel primo tempo, accanto all'Ottava Sinfonia di Beethoven, «Sea Waves» di Maias Al Yamani per violino arabo e orchestra e «Les Filles de Cadiz» per soprano e orchestra.
Nella seconda parte, il «Canto alla luna» di Antonin Dvorak, il «Capriccio Spagnolo» di Rimskij-Korsakov e, infine, di Kinan Azmeh, «November 22» per clarinetto e orchestra d'archi.

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