«Nutro grandi speranze sulla risata del pubblico» aveva detto Eros Pagni alla presentazione de La scuola delle mogli allo Stabile, e la sua speranza è stata confermata. Il pubblico ha riso e tanto, grazie ad un testo sotteso da una travolgente «vis comica», ma soprattutto grazie alla sua straordinaria interpretazione di Arnolfo. Lo voleva Molière quando ha scritto questa sua contestata commedia che il pubblico ridesse, lo voleva Giovanni Raboni, il traduttore di quest'edizione e più che mai lo voleva il regista Marco Sciaccaluga, che ancora una volta può ritenersi soddisfatto di questa sua ultima fatica.
Il pubblico si diverte dall'inizio alla fine grazie alla genialità senza pari di Molière capace di dare la sensazione che anche nell'anima dei suoi personaggi più negativi ci sia qualcosa di buono. E così la risata si mescola con la precisione dello studio minuzioso dei personaggi dando vita a scene sublimi che traducono la più profonda analisi dell'animo umano in un'azione squisitamente teatrale. In una scena mastodontica che si schiude davanti ad una locomotiva roboante viene presentato il dramma, diciamolo pure, di un uomo vecchio che vecchio non vuole essere e che attraverso l'amore di una giovane ingenua da lui stesso allevata, vuole trovare la giovinezza eterna.
Una specie di Faust, il cui diavolo altro non è che lui stesso con la sua presunzione di avere la verità in tasca sull'educazione delle donne.
Le scene meccaniche di Jean Marc Stehlè e Caterine Rankl, che ruotano sul palco facendo vedere esterni ed interni di un quartiere piccolo borghese di un Francia di inizio novecento, sono il pezzo forte della messa in scena di Sciaccaluga. I personaggi entrano ed escono da casa e negozio portandoci all'interno non solo di un quartiere, ma del loro stato d'animo. Introspettivi all'interno esuberanti all'esterno per scelta oculata del regista. Pagni è tragicamente comico all'interno del suo personaggio forte fuori e fragile dentro. Dolcissima la scena in cui crede nell'amore di Agnese mentre le dichiara di volerla sposare e straziante quando pur capendo che lei ama un altro la implora ugualmente di sposarlo.
Ma si sa l'amore non è cosa che si può esigere, o c'è o non c'è, e in questo caso il povero Arnolfo è perdente. Gli vanno male tutte, il destino gli è avverso fino in fondo quando al momento di spararsi un colpo in testa anche la pistola decide di fare cilecca Brava tutta la compagnia dello Stabile che anche in questo spettacolo dà ottima prova della sua preparazione.
La scuola delle mogli sarà in scena al teatro della Corte fino a giovedì 5 aprile con orario dinizio alle 20.30, la domenica alle 16. Mercoledì 21 marzo alle 17.30, nel foyer della Corte, si terrà lappuntamento «Conversazioni con i protagonisti», incontro con Marco Sciaccaluga, Eros Pagni e gli attori della compagnia
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.