Doria scappa dalle imprese. È polemica

Le imprese chiamano, Marco Doria non solo non risponde, ma neanche si presenta. La frattura fra la giunta ed una larga parte del mondo dell'imprenditoria, consumata ieri, va raccontata dall'inizio. Tre anni fa Cna Genova, che raggruppa più di 4200 imprese sul territorio, organizzò il convegno «Non blocchiamo Genova» incentrato sullo sviluppo della città e, puntando i riflettori sull'importanza delle infrastrutture, aveva chiesto a gran voce che opere come Terzo Valico e Gronda fossero realizzate nel più breve tempo possibile. Il deja vu che gli imprenditori genovesi hanno provato ieri alla Camera di Commercio, partecipando ad un analogo incontro pubblico, è la dimostrazione di come in questi tre anni nulla sia cambiato. Non solo: ancora una volta si è avuta la certezza che la situazione stia degenerando «rimettendo in discussione opere urgenti per la mobilità urbana e per la ripresa economica», come ha paventato Massimo Giacchetta presidente provinciale Cna. Al dibattito, organizzato più di due mesi fa e a cui era stato invitato Doria che aveva confermato la presenza, il sindaco non si è presentato.
Una decisione che ha mandato su tutte le furie gli imprenditori. Molto dure le parole di Giacchetta che: «È una grave mancanza di rispetto non solo per le imprese e per Cna, ma per tutta Genova - ha tuonato -, si vede che il sindaco preferisce presentare libri al Ducale piuttosto che confrontarsi con i lavoratori di Genova e dialogare sul nostro futuro. Volevamo ribadire il nostro parere favorevole agli investimenti in opere pubbliche, creando così un dibattito con Doria. Bene, questa è la risposta del sindaco: non presentarsi. Preferisce scappare». Quando in sala è trapelata la notizia che sarebbe arrivato un assessore a sostituire il sindaco, Giacchetta ha rincarato la dose: «I secondi portieri se ne stiano pure a casa, a noi non interessano». In serata la replica di Doria: «Conosco da tempo Giachetta come lui conosce me e sa che non mi sono mai sottratto a confronti pubblici.

La mia assenza, di cui mi rammarico, è dovuta a impegni precedentemente assunti e a un malinteso di carattere organizzativo imputabile alla mia struttura, di cui porto dunque la responsabilità. Nessuna volontà di sfuggire a un confronto sulle infrastrutture. Ma la discussione non può essere affidata a uno scambio polemico».

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