(...) le persone che alloggiavano alla Diaz. Chi li ha sostenuti allora, oggi dice «Finalmente giustizia è fatta!». Io ritengo che chi rispetta le Istituzioni deve rispettare anche le sentenze e le sentenze vanno rispettate comunque e le condanne devono essere emesse per tutti, anche per coloro che hanno devastato la nostra città, spaccando e danneggiando tutto. Vorrei anche sapere che differenza c'è tra il manifestare e compiere atti simili, (come il lancio di sassi, biglie di ferro e colpire con spranghe) a chi è chiamato a svolgere le funzioni per far rispettare le leggi, comportamenti e regolamenti.
Nel caso in questione mi è sembrato di capire che si è fatta molta confusione cioè quella di confondere: «le vittime con i loro carnefici» e trasformare quest'ultimi in eroi caduti sul campo di battaglia. Non si capisce la ragione per cui Massimo Lucera il poliziotto accoltellato alla Diaz, (fatto accertato dalle perizie effettuate), e giustamente assolto, (come vittima), in primo grado, sia poi stato condannato in appello, grado di giudizio dove i giudici hanno tenuto conto solo della prima pagina della sua relazione di servizio e non della seconda che lo avrebbe scagionato per sempre. Il poliziotto in questione ha solo quarant'anni ed oggi si trova improvvisamente senza più un lavoro né un futuro. Dopo la pugnalata alla Diaz con questa sentenza è stato pugnalato anche dallo Stato (di cui è stato un servitore) e anche dalla giustizia italiana. Mi rendo conto che, come una volta siamo considerati solo carne da macello ed è anche per questo motivo che mi sono congedato. Quasi mai apprezzati per la nostra forza, il nostro coraggio, spirito di sacrifico e abnegazione in tutte le situazioni che quotidianamente affrontiamo con il rischio della vita, solo perché indossiamo una divisa.
Nessuno si è mai chiesto come vivono la situazione le famiglie di questi uomini, che oltre ad essere malpagati e a rischiare la vita, oggi sono stati accantonati dallo Stato come se nulla fosse, chiedendo ancora loro il risarcimento danni per aver svolto e rispettato il loro dovere al servizio di quello stesso Stato che oggi gli dato il ben servito. L'attuale Capo della polizia ha pensato bene di esprimere solidarietà a chi ha devastato e saccheggiato la città. Con il suo comportamento non si è reso conto di aver abbandonando i suoi uomini che con immenso coraggio dovevano affrontare quei vandali e delinquenti inferociti. Io mi chiedo come si possa pretendere che i cittadini onesti debbano ancora avere fiducia nelle Istituzioni? Chi manderanno in futuro a fronteggiare esigenze, come la «No Tav» o altre manifestazioni simili, se non si ha fiducia nei propri uomini? Inoltre nessuno ha mai più parlato di quello che era accaduto nei giorni precedenti al G8, riguardo all'attentato alla Caserma dei Carabinieri di S.
*Maresciallo dei Carabinieri in congedo
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